L’accusa è clamorosa: «È stato Bruno Censore a spingere affinché venisse dichiarato il dissesto della Provincia di Vibo Valentia, senza che ce ne fosse una reale necessità visto che i conti erano in ordine». Le parole sono dell’ex presidente dell’Ente, Francesco De Nisi, che contrattacca con l’artiglieria pesante alle dichiarazioni del consigliere regionale Michele Mirabello, che gli aveva rinfacciato i suoi fallimenti amministrativi quando era alla guida di Palazzo Bitonto.

 

Comincia dunque a scorrere il sangue nella rissa che da alcuni giorni sta agitando il Pd vibonese, dopo la decisione del partito di espellere De Nisi per il suo appoggio in campagna elettorale all’attuale parlamentare di Forza Italia, Giuseppe Mangialavori. Un sostegno destinato a danneggiare il candidato democrat del territorio, cioè lo stesso Bruno Censore che, alla fine, non è stato eletto. All’espulsione De Nisi ha risposto con un sonoro “chi se ne frega, tanto dal partito sono uscito già da due anni”. Reazione che ha innescato la replica di Mirabello, in passato segretario provinciale del Pd.

 

«Mirabello non parla mai per se stesso, ma sempre per voce e mandato di altri», ha commentato caustico l’ex presidente della Provincia, alludendo ovviamente al dominus vibonese del Partito democratico, quel Censore che per il momento ha ripreso il suo vecchio posto di insegnante nell’Istituto tecnico commerciale di Serra San Bruno. Ed è proprio contro di lui che De Nisi mira ad alzo zero, sparando una bordata destinata a far discutere.

 

«Quando chiesi al commissario Mario Ciclosi perché avesse deciso di dichiarare il dissesto dell’Amministrazione provinciale – continua -, mi riferì che la decisione era stata assunta d’intesa con l’onorevole Censore, in qualità di rappresentante del Governo e dello Stato sul territorio. Questo mi è stato detto».
Ma c’è di più. Secondo De Nisi, il motivo di un default non necessario sarebbe da ricercare proprio nell’ostilità di Censore nei suoi confronti, che con questa mossa avrebbe puntato a metterlo fuori gioco per sempre, decretandone l’incandidabilità: «Il dissesto avrebbe significato far scattare le indagini della Corte dei Conti verso chi aveva amministrato prima, cosa che è avvenuta. Ma ne sono uscito assolutamente pulito, perché i giudici contabili hanno escluso qualunque mia responsabilità».
Insomma, a suo dire, sulla sorte della Provincia si sarebbe giocata una assurda partita politica, tutta interna al Pd.
«Partito nel quale non mi riconosco più da tempo - incalza De Nisi -, perché ha messo le ambizioni dei singoli dinnanzi al bene comune. Ovvio che i cinque stelle abbiano sbancato e che il Pd vibonese abbia perso anche nei feudi di Mirabello (Ricadi) e Censore (Serra San Bruno)».

 

Sul suo scontato passaggio nel centrodestra in vista delle regionali del 2019, infine, De Nisi mantiene una cautela di forma: «Non ho fatto scelte in questo senso e non so cosa accadrà - conclude -. Di certo, però, c’è il fatto che insieme a moltissimi amici rappresentiamo un consistente numero di elettori della provincia vibonese e del collegio centrale della Calabria».

 

L'intervista integrale


Enrico De Girolamo

 


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