Punta l'indice contro il tempo perso tra discussioni sterili incentrate sugli studi di fattibilità e sull'area di destinazione del nuovo ospedale, ribattezzate come una «mera esercitazione dialettica» da Francesca Cassano, consigliera comunale di Cosenza, durante il suo intervento nell'assise di Palazzo dei Bruzi, riunita per discutere anche dei temi della sanità.

«Denunce cadute nel vuoto»

Di quell'opera non si parla più, in compenso se ne sente fortemente la necessità. «Avevamo denunciato del pronto soccorso al collasso - ha affermato dai banchi della Sala Catera - dell'inadeguatezza dell'ospedale, della carenza di personale sanitario, delle criticità che ne rendono impossibile assolvere alle sue funzioni di hub di secondo livello. Nel frattempo il mondo si è trovato in piena pandemia e nella nostra provincia, alle carenze economico-gestionali si è aggiunta la più gravosa situazione della mancanza di posti letto covid e di terapia sub intensiva ed intensiva».

«Ci attende un'altra emergenza»

Francesca Cassano ha poi ribadito come la riconversione di numerosi posti letto ordinari in posti Covid abbia diminuito le possibilità di accesso per la cura di altre patologie, mentre i tempi per le visite ambulatoriali si sono dilatati a dismisura. «Dopo il Covid - ha sottolineato - dovremo affrontare un’altra emergenza sanitaria per le patologie gravi non diagnosticate per tempo. Crisi su crisi, emergenza su emergenza».

Posti letto mancanti

Nel suo intervento la consigliera di Palazzo dei Bruzi ha ribadito la necessità di dare piena attuazione al «Piano di riordino della Rete Ospedaliera in Emergenza Covid-19 approvato con Decreto del commissario ad acta il 18 giugno scorso. All’Annunziata - ha ricordato - dei 709 posti letto previsti fin dal 2016, quindi ben prima del Covid, ne sono stati attivati soltanto 455».

«Sanità da ricostruire»

«Il coronavirus ha finalmente, e dolorosamente, messo in luce che l’economia non può avere la supremazia sul fondamentale e inalienabile diritto alla salute - ha concluso - Gli undici anni di commissariamento sono stati un totale fallimento. Questa maledetta pandemia prima o poi finirà e con essa l’ultimo alibi che impedisce la ricostruzione di una sanità che elimini per sempre i viaggi della speranza e garantisca un’assistenza che si attesti sui livelli della media nazionale».