Le ultime due batoste incassate alle Amministrative richiedono un cambio di strategia nel centrosinistra cosentino. Basta con candidature che si sfidano tra loro pescando nello stesso bacino elettorale e finiscono per favorire soltanto i rivali, nella gauche bruzia è arrivato il momento dell'unità. O, almeno, degli appelli all'unità, visto che il fronte riformista pare sempre d'accordo su tutto tranne quando si parla di politica e candidature.

L'ultimo invito a un percorso comune vede protagoniste dieci differenti sigle: ArticoloUno, Buongiorno Cosenza, Controcorrente, M5S, Pd, Progetto Meridiano, Pse, Sinistra Italiana, Verdi e 6000 Sardine. I loro rappresentanti si sono riuniti online ieri per trovare un titolo alla corsa per la riconquista di Palazzo dei Bruzi: Uniti per Cosenza. E si ritroveranno ancora nei prossimi giorni per dare il via a tavoli tematici che portino alla stesura del programma da presentare agli elettori, punto di partenza per arrivare all'individuazione del candidato a sindaco ideale.

Una coalizione allargata

L'obiettivo è dare vita anche in riva al Crati a quella multiforme coalizione democratica e antifascista auspicata a livello nazionale da 29 tra partiti, associazioni, movimenti e sindacati, «un’alleanza che promuova una nuova cultura politica dell’ascolto e dell’incontro, ma guardi anche al futuro, affinché l’Italia del dopo Covid non sia la restaurazione dei vecchi e fallimentari modelli economici e valoriali, ma si avvii verso il cambiamento sulla strada tracciata dalla Costituzione».

Pochi concetti, ma ben chiari: lavoro e dignità umana al centro del progetto, lotta alle diseguaglianze sociali e, soprattutto, discontinuità. Serve un taglio netto col passato, proprio e degli altri: «A Cosenza – si legge in un comunicato - vogliamo costruire una coalizione sociale alternativa al centrodestra, lontana anni luce dalle pratiche trasversali e dalle logiche di potere e spartizione che hanno anche riguardato settori ben precisi del centrosinistra. Che ponga al centro dell'iniziativa, oltre alla discontinuità, anche un forte elemento di rinnovamento a partire dalla formazione delle liste. Una coalizione nella quale ognuno abbia pari dignità e consapevolezza di partecipare ad un progetto nel quale le fughe in avanti, l’autoreferenzialità e le primogeniture sono elementi non di arricchimento ma di divisione».

Un progetto corale per la città

Una chimera, visti i precedenti? I dieci firmatari credono di no, convinti che sia tempo di «unire giovani e anziani, donne e uomini, laici e religiosi, persone di diverse opinioni, ma unite sui principi dell’antifascismo, per una città che torni a progredire pienamente, su basi nuove, sulla strada della democrazia e della partecipazione e dove l’economia sia finalmente al servizio della società e della persona, dell’ambiente, del lavoro». Ecco perché puntano a promuovere «un percorso che in modo collettivo, plurale e partecipato costruisca un programma ed un nuovo progetto di città». L'idea è quella di «rimettere al centro la scuola, la libertà di informazione, il diritto alla salute, il progresso ed il commercio, la sicurezza, il valore e la cultura della differenza di genere». L'appello è lanciato, quanti saranno disposti a raccoglierlo?