Sicuramente fuori dall'assise i rappresentanti dei territori di Corigliano-Rossano e di Cassano all Jonio. Le amministrative di primavera, poi, potrebbero determinare l'esclusione di altri importanti centri abitati
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Sarà un consiglio provinciale dimezzato quello che verrà fuori dalle urne il prossimo 24 febbraio in seguito al voto ponderato convocato dal presidente dell’ente Franco Iacucci. Dimezzato perché mancheranno i rappresentanti di due tra i più popolosi centri del comprensorio, Corigliano-Rossano e Cassano allo Jonio, ma soprattutto perché immediatamente dopo le elezioni, nella prossima primavera, in ben 69 municipi sui 150 della provincia, si svolgeranno le amministrative. Ed il rinnovo dei consigli comunali lascerà buona parte di questi territori privi di un loro portavoce nell’assise provinciale.
Cosa prevede la legge
Per sedere tra i banchi della sala consiliare del palazzo di Piazza XV Marzo, è necessario ricoprire la carica di sindaco o di consigliere comunale in uno dei municipi del territorio provinciale. Di conseguenza, il consigliere provinciale decade automaticamente nel momento in cui dovesse perdere lo status di sindaco o di consigliere comunale. Al suo posto subentra il primo dei non eletti della lista in cui era stato candidato. Di conseguenza, l’eventuale elezione nel turno delle provinciali del 24 febbraio di uno o più rappresentanti dei municipi chiamati alle urne in primavera, potrebbe essere vanificata dalla loro mancata riconferma nei consigli dei rispettivi comuni.
Paradossi della riforma Delrio
Si tratta di uno dei paradossi della riforma varata dall'ex ministro Graziano Delrio, i cui effetti distorti, in parte già visibili nell’immediatezza della sua applicazione, con il passare degli anni si manifestano in maniera sempre più evidente. Un vulnus della democrazia che rischia di escludere dalla rappresentanza in consiglio provinciale, più della metà dei cittadini.