VIDEO | La seduta dell’Assemblea legislativa si apre all’insegna delle tensioni nel centrodestra dopo che il senatore Orsomarso e il consigliere Talerico si sono smarcati sulla fusione di Rende e Castrolibero con la città bruzia. L’opposizione abbandona l’aula. Sullo sfondo anche la spesa a rilento dei fondi europei
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«Esprimo la solidarietà del Consiglio regionale alle comunità dell’Emilia Romagna e delle Marche in sofferenza per i danni causati dalla drammatica alluvione dell’altro giorno. E, anche a nome della Calabria che noi rappresentiamo, rivolgo le più sincere condoglianze alle famiglie delle 14 persone che hanno perso la vita». Così il presidente Filippo Mancuso, ha aperto i lavori del Consiglio regionale, invitando ad osservare un minuto di silenzio anche per l’avvocato Giovanni Pellicanò, tragicamente coinvolto nel crollo di un albero a Reggio Calabria per la furia del maltempo.
Fdi resta fuori dall’aula per un'ora
Dopo il minuto di silenzio il Consiglio regionale è entrato nel vivo con il primo punto all’ordine del giorno. Il dibattito piuttosto pacato, ha preso le mosse dalla relazione dell’assessore Minenna, che forse ha spiazzato tutti. Ma prima non si può fare a meno di notare che in aula è assente per intero il gruppo di Fratelli d’Italia, compreso gli assessori Pietropaolo e Calabrese. Secondo i rumors dell’ultima ora a causa dell’ordine di scuderia, impartito dall’ex assessore, oggi senatore, Fausto Orsomarso, che ha bloccato i suoi rispetto alla proposta di legge di fusione dei comuni, per il quale ha chiesto uno stralcio. Il gruppo entrerà ad un’ora abbondante dall’inizio dei lavori.
Vari conciliaboli con il presidente Occhiuto e con il resto della maggioranza fanno presagire acque agitate. Il clima è rovente tra i vari capigruppo che improvvisano una riunione in aula. Dai banchi della maggioranza anche Antonello Talerico – al Misto ma organico al centrodestra – palesa la sua contrarietà – nel merito e nel metodo - rispetto alla modifica che si intende apportare all’art. 5 della Legge Regionale Calabria n. 15/2006 (il tema è quello della fusione tra Comuni): «Non è allo stato sostenibile e, pertanto in caso di mancato rinvio, sarò costretto a votare contro la sua approvazione», ha scritto in una nota.
La minoranza abbandona il Consiglio
Dall’altra parte dell’aula è il centrosinistra a tenere banco. Non è infatti ormai un mistero che i partiti di opposizione – assente anche Ferdinando Laghi (deMa) – abbandoneranno l’aula subito dopo il dibattito sul Por. Sullo sfondo una conferenza stampa sulla nuova legge omnibus che turba i sogni delle minoranze e che consta di ben 21 articoli tra modifiche e nuove disposizioni.
Fondi europei, Minenna: «Nessuna criticità»
«Non ravviso criticità nella realizzazione del programma». Così l’assessore Marcello Minenna, assessore alla Programmazione unitaria, nel corso di un intervento telegrafico in apertura dei lavori del Consiglio regionale della Calabria con all’ordine del giorno solo tre punti, tra cui appunto il dibattito sui fondi comunitari.
Il campanello d’allarme del Por è suonato in merito alla capacità di spesa, che vede la nostra regione, secondo le statistiche europee, all’ultimo posto con neanche il 50% delle risorse impegnate, con lo spauracchio di perdere le risorse.
Minenna da parte sua ha detto che la distanza dal target è di “soli” 650 milioni di euro, ma anche che su questo tipo di programmazione insistono alcune variabili. «Prima di noi, in rapporto, si mettevano a terra il 15% delle risorse – ha sottolineato l’assessore - oggi però il grande lavoro effettuato dagli uffici e grazie all’indirizzo dato dalla giunta, la proporzione è invertita: riusciamo a mettere a terra l’85% delle risorse. La programmazione poi, è un piano che va da luglio a giugno e questo ha creato un non allineamento, ma quanto fatto finora, in prospettiva, aiuterà a centrare l’obiettivo»
Il primo ad esprimere perplessità dopo la relazione di Minenna è Ernesto Alecci, che chiede di interrogarsi sull’effetto che la spesa ha sui territori sostenendo con forza che il dibattito andrebbe fatto su «come sono spese le risorse e non su quante risorse si spendono».
Davide Tavernise (M5S), d’altra parte ricorda che la Calabria è ultima per capacità di spesa tra le regioni del sud, e che il rischio che rimane intatto a tutt’oggi è quello di perdere oltre 700 milioni di euro di risorse.
Amalia Bruni (Pd), che sottolinea la brevità dell’intervento dell’assessore regionale ribadisce che i dati dicono che la Calabria ha speso solo 58% del fondo a disposizione. Mentre Raffaele Mammoliti (Pd), che parla di risorse mai viste prima, per quantità, si chiede se non sia il caso di attivare un’azione che consenta di poter offrire cambiamenti rilevanti e significatici per il futuro della Regione.
Antonio Lo Schiavo (Misto), si chiede se l’avanzamento della spesa decantato ha avuto reali riflessi sulla realtà calabrese. «Avevamo chiesto una Commissione ad hoc per monitorare e controllare la spesa, e un dibattito non può esaurire la nostra preoccupazione». Manca insomma, per lui, «una visione strategica e d’insieme, abbiamo usato fondi comunitari per fare piazze, ma sarebbero servite per altre cose. Questo perché sono stati rimpiazzati i fondi ordinari dello Stato con quelli europei».
Il capogruppo dem, Domenico Bevacqua, registra «il fallimento della governance del centrodestra» in Calabria, che gestisce la spesa dei fondi europei ormai da quattro anni.
Occhiuto: «Mi ascrivo tutte le responsabilità»
A concludere alcune riflessioni del presidente Roberto Occhiuto che ha preliminarmente ringraziato l’assessore Minenna e la vicepresidente Giusi Princi, che aveva la titolarità della delega prima di lui.
«Mi ascrivo tutta la responsabilità delle scelte fatte, perché la materia è troppo ampia. Oggi abbiamo un residuo di spesa che si aggira sui 650 milioni di euro e sono ottimista sul risultato che conseguiremo a fine anno, perché c’è stata una accelerazione nella spesa e si è generato un modello organizzativo che produrrà risultati. Quello che è mancato nel corso di questi anni è proprio il monitoraggio, ma non solo in questo ambito. Invece di spendere le risorse e realizzare gli obiettivi della programmazione, si ricorreva ad espedienti per rendicontare la spesa. Questo è il fallimento. Oggi invece l’85% è spesa riferita agli obiettivi del Por».
Insomma Occhiuto si assume tutte le responsabilità, ma non quelle degli anni passati, rivendicando un cambio di passo nell’incremento della spesa. Il presidente è convinto che la Calabria eccellerà nella spesa delle risorse Fsc e del Por. «Vorrei tranquillizzare la Calabria sul fatto che sono ottimista. La Calabria non sarà l’ultima tra le ultime regioni italiane rispetto al Por e questo perché i problemi ereditati da questo governo regionale non li riproporremo, anzi siamo intervenuti sulla capacità amministrativa sul personale e sul rapporto coi comuni. Questo significa governare».