La coalizione strapperà probabilmente un seggio a Palazzo Madama, un altro a Montecitorio ma sarà dura questa volta per i democrat bruzi guadagnarsi una poltrona (ASCOLTA L'AUDIO)
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Attesa, nessuno che si espone nelle chat, screen che volano da un contatto all’altro. I democrat bruzi sono sul chi va là, perché inizia a serpeggiare il timore che per loro le porte di Camera e Senato possano chiudersi di botto. I sondaggi non sono buoni, nei collegi uninominali soffia il vento di destra come mai prima d’ora, la riduzione dei parlamentari ha tagliato le gambe alle aspirazioni di big e di giovani ambiziosi. I sondaggi non autorizzano il Partito Democratico calabrese a farsi illusioni: la coalizione strapperà probabilmente un seggio a Palazzo Madama, un altro a Montecitorio. Due se arriverà l’imprinting tra candidato e territori.
Un posto sarà con ogni probabilità di Nicola Irto. Il segretario dribbla la questione, ma alla fine scenderà in campo per come indicato da Enrico Letta. L’altro scranno potrebbe finire a Nico Stumpo, che è di Articolo 1 e che per accordi romani dovrebbe essere blindato tra il Pollino e lo Stretto. Questa soluzione agita i notabili cosentini del Pd, consapevoli che questa volta sarà molto dura guadagnarsi una poltrona.
Il segretario provinciale Vittorio Pecoraro è in attesa degli input capitolini e nel mentre fa l’equilibrista tra le correnti. Carlo Guccione è forte di una promessa datata nel tempo, il nome di Domenico Bevacqua è caldeggiato sia dal Nazzareno che da Aieta e Di Natale (che in caso prenderebbe il suo posto in regione). Parte sullo stesso piano Enza Bruno Bossio che cerca la terza elezione di fila: la parità di genere potrebbe in qualche senso favorirla.
“Prossima”, l’area di riferimento di Nicola Zingaretti, nel frattempo ha fatto emergere, in un giro di consultazioni tra gli amministratori locali, anche il nome del sindaco di Siderno Maria Teresa Fragomeni per i collegi uninominali.
Tornando al timore iniziale, la provincia di Cosenza rischia di non avere rappresentanza del Pd dopo il 25 settembre. Sarebbe la prima volta nella storia che il principale partito di centrosinistra non ne eleggerebbe uno. La discussione interna è destinata ad infiammarsi, anche perché Cosenza non gradisce per nulla uno sbilanciamento verso Reggio Calabria. Si teme una smobilitazione della base in vista della campagna elettorale che si annuncia già difficile in partenza. Ad oggi non c’è la forza di competere negli uninominali, specialmente se da destra piazzeranno nomi forti laddove una volta si vantava di avere roccaforti rosse.