A denunciare presunte irregolarità nell'applicazione delle regole anti corruzione e una strana e frettolosa liquidazione di indennità, quattro ex consiglieri comunali
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Quattro ex consiglieri comunali di minoranza dell’allora comune di Rossano (Scorza, Grillo, Caracciolo e Stasi), mettono sotto accusa la gestione amministrativa del precedente esecutivo comunale della città bizantina. I motivi sono tanti e le accuse pesanti e si sviluppano tutte, o quasi, nell’alveo della burocrazia comunale. Non solo Rossano. C’è, infatti, anche una richiesta di accesso agli atti presentata dai quattro ex consiglieri comunali che chiedono di prendere visione delle sentenze della Corte dei Conti che appurano le modalità con le quali, nei giorni precedenti alla fusione, l’allora esecutivo di Corigliano ha liquidato una serie di indennità piuttosto sostanziose.
«Lo diciamo con estrema franchezza – scrivono Titti Scorza, Marinella Grillo, Tonino Caracciolo e Flavio Stasi - da questi primi mesi di commissariamento del Comune ci saremmo aspettati di più. Riteniamo che la vera sfida di questa fase di armonizzazione della macchina comunale sia quella almeno di impostare un comune più trasparente, più efficiente e più aperto ai cittadini. Rispetto al passato di entrambi gli enti».
«Una sfida che l’ufficio commissariale sta perdendo»
Ma sotto accusa non ci sono solo le precedenti amministrazioni dei due sciolti comuni, ma anche la gestione commissariale, rea – ad avviso degli ex consiglieri – di non aver fatto chiarezza su alcuni dei punti cardine dell’apparato comunale. «Non abbiamo ancora sentito parlare di Piano Anticorruzione Come se il processo di fusione coprisse con una mano di vernice tutto il pregresso». E chiamano in causa proprio l’associazione nazionale dell’anti corruzione (ANAC), così come anche la Prefettura, che già nei mesi scorsi avevano evidenziato una serie di «anomalie» riconducibili alla Amministrazione Comunale di Rossano. «Segnalazioni – aggiungono - che hanno prodotto, oltre al forzato abbandono di alcuni disegni politici del tutto inopportuni (vedi concorso per dirigente a tempo determinato nelle ultime settimane prima della fusione, su Rossano), anche un procedimento – aperto proprio dall’Autorità Anticorruzione – nei confronti dell’ex responsabile della trasparenza di Rossano per la mancata rotazione del personale. Eppure di rotazione del personale ancora non se ne parla».
«Vicende poco chiare anche a Corigliano»
«Abbiamo richiesto un accesso agli atti relativi ai pareri del Nucleo di Valutazione del Personale ed ad alcune sentenze rilevanti della Corte dei Conti. L’intento – precisano Scorza, Grillo, Caracciolo e Stasi - è quello di verificare l’opportunità delle scelte del Commissario e di appurare le modalità con le quali, negli ultimi giorni prima della fusione, il Comune di Corigliano ha liquidato una serie di indennità piuttosto sostanziose. Una dopo l’altra. Solitamente un Sindaco eletto ed una maggioranza politica, per certi tipi di accesso agli atti, fanno attendere 29 giorni, sapendo che il termine fissato per legge è 30 giorni. Un modo come un altro per non essere trasparenti al quale, purtroppo, - concludono - siamo abituati».
Tanti perché, che gettano ombre sulle precedenti gestioni amministrative delle due ex città e pongono sul tavolo del commissario di Corigliano-Rossano una complessa rete di nodi da sciogliere.