Il partito sta riscontrando grandi difficoltà a stilare una lista con 24 nomi e potrebbe quindi risultare assente dalla competizione come già avvenuto nel 2019
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Liste, liste e ancora liste. Mentre non mancano, in questi giorni, i sussulti in una campagna elettorale che comunque stenta a decollare, nell'agone politico cittadino tutti sono concentrati nella composizione delle liste che dovranno essere depositate entro l’11 maggio.
Dovrebbero essere sei quelle a sostegno del sindaco uscente, Flavio Stasi, qualcuna in più, forse nove, le liste di supporto a Pasqualina Straface, per un “esercito” di poco meno di quattrocento candidati (un massimo di 24 a lista). E come ad ogni tornata elettorale non mancheranno famiglie “spaccate” da candidati al rinnovo del Consiglio comunale con l’una e l’altro contendente o storie particolari.
Dem o non dem?
Nella coalizione Straface si schiereranno tutti i partiti di centrodestra – Forza Italia, Azione, Lega e Fratelli d’Italia – anche con più liste ed alcuni movimenti civici tra cui Civico e Popolare.
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Dall’altra parte Stasi sembra aver digerito l’idiosincrasia che ha sempre accusato verso i partiti ed anche nella sua aggregazione spunteranno dei simboli. Certamente ci saranno quello dei Verdi – l’unico presente nel 2019 – in alleanza con Sinistra Italiana ed il Movimento Cinque Stelle, mentre pare sulla via del forfait il Partito democratico, spinto con la forza dai vertici provinciali e regionali nelle braccia di Stasi. Una manovra che non è piaciuta alla stragrande maggioranza del Pd locale a cui il sindaco uscente non piace. E che certificherebbe – qualora davvero i dem non riuscissero a schierarsi in proprio – che la costola antistasiana del partito è preponderante e che, di conseguenza, la linea calata dall’alto potrebbe essere stata antidemocratica.
Ci sarebbe poi da considerare che gli stasiani tesseratisi alla vigilia del congresso cittadino nel 2022 con l’intento di scalare il partito non vorrebbero candidarsi col Pd ma con i movimenti civici da cui provengono, probabilmente per timore di non avere alcuna chance elettiva. Il tutto – e questo è certo – sta causando serie difficoltà nel comporre la lista che come accennato potrebbero sfociare col secondo forfait consecutivo.
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Per colpa di chi
Se, quindi, il Pd bisserà l’assenza dalla competizione elettorale già certificata nel 2019, ma si camufferà in altre liste come accaduto in passato, comprese quelle che sostengono la parte avversa, ovvero la coalizione Straface, allora qualcuno dovrà risponderne e spiegare ai simpatizzanti democrat, ai tesserati ed ai 21 dirigenti locali su 31 che avevano manifestato con una lettera il loro dissenso verso la via stasiana, perché negli ultimi decenni il Partito democratico a Corigliano Rossano – anche in epoca pre fusione – difficilmente ha superato l’8%.
Così come dovrebbero fare mea culpa quei dirigenti provinciali e regionali che conoscendo poco le dinamiche interne di Corigliano Rossano, o fidandosi troppo dei loro accoliti troppo interessati alle elezioni, hanno imposto a tutti una linea unpolitically correct. D’altra parte se il Pd si è autoridotto a quelle percentuali, ci sarà un – o più – perché.