“È ben noto a tutti il problema del proliferare incontrollato dei cinghiali e del loro muoversi all’interno del nostro territorio, arrecando danni ingenti alle coltivazioni, ai manufatti e a volte anche alle persone fisiche. Le politiche di contenimento della specie ad oggi non hanno dato grandi risultati rimane dunque l’ esigenza e l’urgenza di adottare un provvedimento legislativo atto a consentire delle battute di caccia mirate all’abbattimento o alla cattura “straordinaria” al fine di riequilibrare il momentaneo sovradimensionamento della specie nei nostri territori, sia per tutelare l’incolumità dei cittadini sia per garantire le normali attività agricole oggi compromesse da tali presenze”.

Queste le motivazioni che hanno spinto l’On. Michele Mirabello a predisporre una proposta di legge che finalmente regolamenti la gestione sui territori calabresi degli ungulati selvatici. Una sentita presa in carico della problematica, avvertita anche dalla necessità di dare risposte concrete ai molti amministratori locali, agricoltori e anche ai semplici cittadini che si vedono scorazzare gli stessi ungulati anche nelle periferie cittadine.

“I danni subiti in questi anni dagli ormai esasperati agricoltori ammontano a migliaia e migliaia di euro – sottolinea il consigliere regionale – un freno quindi all’economia agricola della nostra regione, che si quantifica in danni economici con perdite continue e costanti delle produzioni agricole e con intere piantagioni danneggiate, tali da scoraggiare gli stessi agricoltori ad investire sulle future linee di sviluppo, che lo stesso Governo regionale cerca di attuare attraverso gli strumenti finanziari programmati nel nuovo Psr”.

La proposta di legge introduce esclusivamente disposizioni atte a rendere più efficace il controllo, la gestione ed il contenimento della specie rafforzando la portata venatoria sui cinghiali mediante l’ampliamento dei periodi e delle modalità di caccia attraverso il monitoraggio da parte delle squadre di cinghialai delle A.T.C. distribuite sull’intero territorio, nonchè quello di mettere in atto azioni concrete per risolvere le questioni connesse ai danni causati all’agricoltura.

 


Le finalità della stessa, infatti, vogliono disciplinare la gestione faunistica e venatoria “straordinaria” della caccia al cinghiale all’interno del territorio della regione Calabria nel rispetto del calendario venatorio e delle leggi nazionali e regionali vigenti, allo scopo di tutelare e gestire un piano di cattura ovvero di abbattimento controllato per il riequilibrio della popolazione faunistica in sovradimensionamento.

A tal fine la regione Calabria attraverso la Consulta Faunistica Venatoria Regionale, sentiti gli Ambiti Territoriali di Caccia ATC, dovrà predisporre un regolamento da inserire nel piano faunistico regionale che stabilisca tre obiettivi fondamentali quali: l’individuazione dei territori che prevedono sovradimensionamento della popolazione di ungulati, un piano di prelievo selettivo del cinghiale per il riequilibrio della specie ed infine miri ad interventi immediati per la prevenzione ed il recupero dei danni provocati alle coltivazioni.
I territori che non presentano vocazione per la presenza degli ungulati salvaguardando le colture agricole e le altre specie selvatiche, saranno individuati dalla Consulta Faunistica Regionale  sentiti gli Ambiti Territoriali di Caccia.

In tal caso sarà consentita la gestione faunistica e venatoria del cinghiale anche in periodi diversi da quelli definiti dal calendario venatorio.
Dagli stessi organismi saranno predisposti i piani di cattura, ovvero di abbattimento controllato obbligatoriamente, stabilendo annualmente: la motivazione, la consistenza tendenziale della popolazione faunistica in sovradimensionamento, la quantità oggetto del piano di cattura o di abbattimento, il periodo di svolgimento e durata delle operazioni, la finalità cui sono destinate le specie  catturate o abbattute.

“Il nostro obiettivo – conclude l’on. Michele Mirabello – è naturalmente quello di tutelare le produzioni agricole, riportando un equilibro nel rispetto anche di una gestione indiscriminata degli anni passati e che è sempre stata affrontata con superficialità, creando e favorendo un’enorme difformità anche nell’equilibrio tra la natura e il mondo animale. Questa legge dovrà restituire il giusto rapporto e ridare le giuste dimensioni tra i due aspetti, ridando soprattutto l’entusiasmo perduto a quegli agricoltori che credono ancora nelle tante risorse della nostra terra”.