Il Consiglio regionale blocca la riforma del welfare: Terzo settore nel caos

Sul finale della seduta arriva l'odg di Esposito che blocca i regolamenti attuativi che prevodo i criteri di assegnazione dei contributi alle stutture socio assistenziali. Nicola Irto vota contro: «Così si torna all'anarchia»

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di Riccardo Tripepi
26 marzo 2020
20:38

Il Consiglio regionale manda nel panico gli operatori del Terzo Settore. Neanche il tempo di insediarsi che l’Assemblea, dopo l’elezione dell’Ufficio di presidenza e l’informativa della governatrice Jole Santelli sulle misure messe in campo dal governo regionale per contenere il Coronavirus, ha spazzato via la riforma licenziata con fatica sul finire della scorsa legislatura.

In realtà si tratta ancora di un ordine del giorno che impegna la giunta a “riformare la riforma”, ma approvato alla prima seduta, evidentemente, rappresenta una priorità per il governo regionale appena insediato.


 

Baldo Esposito della Casa delle Libertà, con il sostegno del nuovo assessore al Welfare Gianluca Gallo, ha presentato un ordine del giorno che di fatto blocca il Dgr 503/2019 e i regolamenti attuativi che avevano stabilito i criteri per l’assegnazione delle rette alle strutture che offrono servizi socio-assistenziali.

La riforma cominciata dall’assessore Federica Roccisano e portata a termine da Angela Robbe, con l’intervallo di un ricorso al Tar, aveva finalmente messo la Calabria in regola con la legge quadro del 2000, dopo 20 anni di vuoto normativo.

 

«Molte strutture – spiega Luciano Squillace componente della Consulta del Terzo Settore – avevano adeguato i propri spazi e le proprie attrezzature e assunto dipendenti per mettersi in regola con le nuove norme. Non si può adesso azzerare tutto».

Il timore è condiviso dal portavoce regionale del Terzo Settore in Calabria Gianni Pensabene. «Siamo molto amareggiati – ha detto annunciando una presa di posizione pubblica – si tratta di una decisione che passa sulle nostre teste e che non comprendiamo».

 

La riforma precedente, come ha ricordato il presidente uscente dell’Assemblea Nicola Irto che ha votato contro, era stata approvata con il voto unanime degli organismi appositamente creati, anche per imposizione del Tar, e cioè la Consulta del Terzo Settore e la Conferenza dei Sindaci che insieme compongono la Conferenza del Terzo Settore.

«È possibile che adesso nessuno abbia sentito il dovere di consultarci? – chiede Pensabene – se devono essere fatte delle modifiche dobbiamo essere ascoltati, ma non si può pensare di tornare indietro».

 

Lo stesso Nicola Irto, mentre molti consiglieri erano già andati via, aveva ammonito il centrodestra. «Eliminando le regole c’è il rischio di tornare all’anarchia e di creare il caos in un comparto fondamentale». Il centrodestra, però, è andato dritto per la sua strada approvando l’odg del giorno proposto da Esposito.

Giornalista
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