Nulla da fare per Gianpaolo Chiappetta. Nonostante le ripetute diffide notificate al Consiglio regionale, la proposta di surroga di Giuseppe Mangialavori con Claudio Parente è stata votata a larghissima maggioranza. Unica astensione quella di Flora Sculco.

Torna a fare il suo ingresso fra gli scranni di palazzo Campanella, dunque, Claudio Parente in quanto primo dei non eletti nella Casa delle Libertà nella circoscrizione di Vibo dove Mangialavori era stato eletto prima di trasferirsi a palazzo Madama in occasione delle ultime politiche. Parente ha annunciato la sua iscrizione nel gruppo di Forza Italia per la gioia di Mimmo Tallini che lo ha accolto a braccia aperte. Parente è stato subito indicato come presidente del gruppo, considerate le incompatibilità di Tallini e Morrone.


Tallini ha sottolineato la crescita esponenziale dei gruppi di minoranza, spia della tendenza verso cui si sposterà l’elettorato. «Siamo passati dagli otto consiglieri iniziali agli attuali 12. Anche l’ingresso di Parente ci dà ulteriore forze per proseguire nella costruzione di un’alternativa ad un governo regionale che viene percepito come fallimentare. Non vogliamo dare la possibilità a forze populiste come quella dei Cinque Stelle – ha detto Tallini - che sarebbero letali per le prospettive della nostra Regione».

Ed in effetti i conti di Tallini sono giusti. Rispetto all’inizio della legislatura sono 4 gli acquisti del centrodestra: i tre consiglieri ex Nuovo Centrodestra, guidati da Pino Gentile, che sono rientrati in Forza Italia e hanno smesso di fornire la propria stampella al centrosinistra e Vincenzo Pasqua, avvicinatosi agli azzurri dopo essere stato eletto tra le file del centrosinistra, in aperta polemica con la gestione di Oliverio. Anche questo uno dei motivi che stanno alla base degli “scivoloni” del centrosinistra in occasione delle ultime sedute durante le quali molto spesso è venuto a mancare il numero legale.

Stavolta, però, nessuna assenza strategica. Anzi: tutti presenti perché dopo la surroga di Mangialavori all’ordine del giorno c’era il rendiconto del Consiglio regionale, già approvato all’unanimità dell’Ufficio di presidenza e “vistato” dalla Commissione di Vigilanza. Sul conto di palazzo Campanella che spende per il 2018 poco più di 65 milioni di euro, ha relazionato il segretario questore di maggioranza Giuseppe Neri. Nessuna obiezione da parte di nessuno per un bilancio che passa liscio anche perché contiene per metà i soldi necessari alle spese del personale e per l’altra metà il pagamento degli stessi consiglieri, delle pensioni e delle spese dei gruppi. Per di più, secondo la relazione tecnica, il Consiglio riesce a risparmiare poco più di un milione di euro. Pecunia non olet, insomma, e la polemica politica può aspettare, almeno qualche minuto.

Approvato il rendiconto, infatti, il dibattito si sposta sul bilancio 2018-2020 di Calabria Verde e il solito Carlo Guccione è pronto ad aprire il fuoco. «Aspettiamo da sei mesi un’informativa sulle questioni che hanno coinvolto Calabria Verde, informativa che Oliverio aveva garantito. Serve agire in fretta – ha detto Guccione – a causa della difficoltà in cui si trova l’azienda che non è riuscita ancora ad attivare il settore della sorveglianza idraulica, così come non sono operativi i servizi di piena e manutenzione». Richiesta sostenuta anche dai consiglieri di minoranza e da Gianluca Gallo in particolare.

Il governatore Mario Oliverio ha replicato difendendo a spada tratta l’operato del commissario Aloisio Mariggiò. «Lo abbiamo voluto lì per avere garanzia di legalità – ha detto Oliverio – in un’azienda che nelle scorse legislatura ha rappresentato una prateria per interessi di vari “pastori”. Riusciamo ad interloquire con il governo nazionale e a ottenere finanziamenti proprio per la credibilità di questa guida alla quale la giunta ribadisce il pieno sostegno».

Guccione, nella dichiarazione di voto con la quale ha annunciato la propria astensione sul bilancio dell’azienda, ha specificato però che «nessuno mette in discussione l’operato di Mariggiò. Ci sono esponenti della giunta coinvolti nella gestione di Calabria Verde e non possiamo fare finta di non saperlo». Il riferimento, ovviamente, è all’avviso di garanzia arrivato ad Oliverio qualche mese fa. Sulla posizione di astensione si è attestata anche l’opposizione che con Fausto Orsomarso ha evidenziato «l’incapacità di amministrare di questo centrosinistra» e con Gianluca Gallo «le responsabilità del presidente che ha la delega alla Forestazione».

Messi in ghiaccio i soldi, dunque, è immediatamente ripresa la campagna elettorale.