Il provvedimento

Consiglio regionale, con la nuova legge omnibus finisce l’era della Fondazione Terina

Per la dem Amalia Bruni, si tratta di una sconfitta per tutti e soprattutto per il governo regionale che «non è stato capace di mettere in atto strategie per il rilancio»

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di Claudio Labate
6 agosto 2024
15:17

Passa all’unanimità la proposta di legge, illustrata dal forzista Domenico Giannetta, che ha lo scopo di adeguare la legge regionale 19 novembre 2020, n. 24 (Norme per l'utilizzo dei farmaci nelle strutture pubbliche e private) al quadro ordinamentale vigente. «L'intervento – ha spiegato Giannetta - prevede la modifica o la sostituzione delle norme dichiarate illegittime dalla Corte costituzionale con la recente sentenza 18 gennaio 2022, n. 6». Un passaggio necessario per rendere efficaci le disposizioni regionali uniformandole alla disciplina statale in materia di requisiti per l'accesso alla dirigenza sanitaria e al decreto legislativo n. 258 del 1991 che individua le attività cui è abilitato il farmacista.

E il favore dell’intera aula lo trova anche la proposta di legge sul “Turismo itinerante e norme in materia di aree di sosta per caravan e autocaravan e garden sharing” illustrata dal capogruppo M5s Davide Tavernise, e firmata anche da Alecci, Gentile, Molinaro, Talerico e Cirillo. L’obiettivo è promuovere, migliorare e incrementare l’offerta turistica, favorire la delocalizzazione e la destagionalizzazione dei flussi turistici e cercare di promuovere la permanenza notturna anche nei piccoli comuni, che sono distanti dai circuiti turistici frequentati.


Infine, dopo il rinvio della legge sulla disciplina dell’agricoltura sociale, è il momento di una nuova legge omnibus - Modifiche a leggi regionali a seguito di impegni assunti con il Governo in attuazione del principio di leale collaborazione e disposizioni normative – che contiene (oltre che interventi di manutenzione ad alcune leggi finite all’attenzione del governo) anche la soppressione della Fondazione Mediterranea Terina, nata nel 2007. Per la dem Amalia Bruni, si tratta di una sconfitta per tutti e soprattutto per questo governo regionale che «non è stato capace di mettere in atto strategie per un rilancio, scegliendo al via più facile dello scioglimento». Ma le contestazioni della Bruni convergono sul piano procedurale: «È la nona “omnibus”, usata per discutere temi rilevanti, ma con un titolo scorretto. Avete inserito tutta una serie di proposte legislative che avrebbero meritato una discussione in Commissione. È un’accozzaglia eterogenea che rende difficile se non impossibile l’esercizio della nostra facoltà di votare diversamente i vari provvedimenti».

Sulla stessa lunghezza d’onda il capogruppo Bevacqua che parla di «ansia da prestazione» della giunta che poi deve correggere i provvedimenti che approva. Nel suo mirino però ci finiscono alcuni articoli dei 27 complessivi come, tra gli altri, le indicazioni sulla Zes unica o le “Norme in materia di usi civici” che «esautorano il Consiglio regionale a favore della giunta» nella potestà regolamentare per la disciplina della Commissione per la vigilanza sull’elenco dei periti.

Da segnalare anche la norma che modifica la legge regionale 3/2001 che, nel riconoscere l’associazione degli ex Consiglieri regionali della Calabria, prevede, all’articolo 5, la corresponsione di un contributo annuo di 200 milioni di lire (circa 103.000 euro) a valere su capitolo di bilancio appositamente istituito sul bilancio consiliare. In considerazione delle ristrettezze e difficoltà finanziarie ricadute nel corso del tempo sul bilancio del Consiglio regionale, appare necessario e opportuno modificare tale previsione, diminuendo le risorse a ciò destinate. Anche se non si capisce a quanto ammonta la riduzione.

Così come l’art. 16 sui requisiti per il rinnovo dell’accreditamento delle strutture sanitarie e socio-sanitarie. Ferma restando la previsione originaria, soprattutto con riferimento ai termini di presentazione delle istanze di rinnovo degli accreditamenti, si intende posticipare esclusivamente il termine di conclusione delle attività di verifica sulla sussistenza dei requisiti, individuando la data che ragionevolmente consentirà alla competente articolazione amministrativa regionale di definire i procedimenti pendenti, azzerando l’arretrato che caratterizza da anni la situazione regionale.

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