VIDEO | Dovrebbero rimanere intatti gli equilibri dell’esecutivo guidato da Occhiuto. Pronti alle surroghe, Mannarino (FdI), Giannetta (FI), Molinaro (Lega) e Billari (Pd) - (ASCOLTA L'AUDIO)
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Affluenza, percentuali, calcolo dei resti, effetto flipper. Si va esaurendo il dibattito più squisitamente tecnico sui numeri venuti fuori dalla tornata elettorale di domenica scorsa, e con l’ufficialità degli eletti ricomincia la routine politica regionale incentrata ora sui riverberi che le elezioni politiche hanno avuto sulla nostra Regione.
Dopo poco meno di un anno di questa XII legislatura saranno infatti 4 i consiglieri regionali che, vincendo le elezioni e approdando in Parlamento, dovranno essere surrogati a Palazzo Campanella. Si tratta di Fausto Orsomarso (FdI), Giovanni Arruzzolo (FI), Simona Loizzo (Lega) e Nicola Irto (Pd). Nessuno sconvolgimento all’orizzonte, in realtà, visto che subentreranno i primi dei non eletti a ottobre del 2021. Così come nessuno sconvolgimento sembra debba verificarsi nella sostituzione dei due assessori dell’esecutivo guidato dal presidente Roberto Occhiuto.
Giunta, si rispettano le regole
Nel certificare la sostanziale tenuta di Forza Italia rispetto al consenso raccolto attorno alla sua persona alle regionali, Roberto Occhiuto non farà altro che aspettare le indicazioni dei partiti coinvolti nelle scelte dei nuovi assessori, tenendo conto dell’esigenza di mantenere intatte le cosiddette quote rosa all’interno dell’esecutivo. L’orientamento, a quanto pare, è quello di rispettare gli accordi iniziali: l’assessorato della Lega a Reggio e quello di Fratelli d’Italia a Cosenza. Almeno sulla carta, perché non è escluso che per varie esigenze la donna “necessaria” in giunta possa venire da una indicazione dei meloniani, che comunque vorrebbero far pesare anche il responso delle urne.
Intanto c’è da dire che Orsomarso, pur essendo un assessore della giunta guidata da Roberto Occhiuto, è componente a tutti gli effetti della massima assemblea regionale. Ciò significa in primo luogo che sarà surrogato dalla prima dei non eletti Sabrina Mannarino, avvocato penalista del foro di Paola, già pronta a sedere sugli scranni di Palazzo Campanella. Per quanto riguarda invece la scelta del sostituto in giunta, è stata una frase della rieletta coordinatrice regionale Wanda Ferro, a dar fuoco alle polveri in riva allo Stretto, quando ha affermato che il nuovo assessore “per eredità “ lo decide lo stesso Orsomarso.
A Reggio più di qualcuno ha storto il naso, ma ciò fa capire anche che la “regola” del posto in giunta a Cosenza sarà rispettata. Dalla città dello Stretto sono cominciate a partire telefonate e richieste di chiarimento, ritenute da qualcuno ancora insufficienti. Intanto nei prossimi giorni ci sarà un tavolo di confronto a cui parteciperanno gli eletti alla Camera e al Senato insieme ai commissari delle principali città calabresi per fare il punto della situazione. L’orizzonte è il 13 ottobre, quando sembra saranno eletti i presidenti di Camera e Senato e proclamati i nuovi parlamentari. Dopo di quella data il quadro sarà più fluido, ma Giuseppe Neri, capogruppo in Consiglio e uomo di esperienza della truppa meloniana a Palazzo Campanella, non si fa troppe illusioni. Certo, il dato della città (oltre il 22%) verrà sventolato per contrapporlo a quello di Cosenza dove FdI si è fermato al 16.4%, ma più per scelte future che per le questioni imminenti.
Sul fronte Lega non è che le cose siano più fluide. Come detto il posto in giunta liberato da Tilde Minasi resterà appannaggio di Reggio, e se Orsomarso deciderà di lasciare le cose come sono, il sostituto dell’attuale assessore alle Politiche sociali dovrà essere una donna. La rosa di nomi non è folta, ma gli schieramenti in campo stanno già lavorando per assicurarsi un posto al sole. I nomi più in voga sono quelli della poco più che trentenne Francesca Porpiglia, già assessore alle Politiche giovanili (ma non solo) a Villa San Giovanni, che è una leghista della prima ora, risultata la prima dei non eletti alle Politiche del 2018 e ricandidata alle Europee dell’anno successivo racimolando quasi 11 mila preferenze; e di Caterina Capponi, docente scolastico dell’area grecanica reggina vicina alle posizioni di Roberto Calderoli, candidata al senato in queste ultime elezioni politiche, e attualmente in forza alla struttura del consigliere regionale Pino Gelardi che l’ha voluta proprio di recente “responsabile amministrativo al 50%” della commissione consiliare contro il fenomeno della ‘ndrangheta’, proprio da lui presieduta.
Scenario diverso se , come detto, FdI decidesse di nominare una donna e alla Lega dovesse toccare indicare un uomo. In questo caso la lista dei pretendenti si allungherebbe a dismisura, con in pole il commissario regionale Giacomo Saccomanno, desideroso di entrare nell’agone politico con un ruolo da protagonista.
Le surroghe in Consiglio
Tornando a Palazzo Campanella, detto di Sabrina Mannarino al posto di Fausto Orsomarso, ci saranno le surroghe anche in Forza Italia, Lega e Partito democratico. In Forza Italia al posto del capogruppo Giovanni Arruzzolo approdato alla Camera, entrerà Domenico Giannetta, già consigliere regionale durante la sfortunata parentesi targata Santelli, quando rinunciò alla Camera per un posto in Consiglio regionale, dove si candidò anche nel 2021 raccogliendo quasi 10 mila voti.
La Lega dovrà sostituire Simona Loizzo che, grazie al ricoalcolo dei resti, ha strappato il seggio per la Camera. Al suo posto siederà Pietro Molinaro, primo dei non eletti con cui la stessa Loizzo ha dovuto “lottare” in tribunale, in quanto l’ex consigliere regionale aveva proposto ricorso contro di lei. Ricorso poi respinto dai magistrati di Catanzaro.
Nel Partito democratico a lasciare Palazzo Campanella sarà Nicola Irto, il segretario regionale eletto al Senato. Al suo posto la “classifica” degli eletti dem dà l’ingresso di Giovanni Muraca, ex assessore ai Lavori pubblici della giunta comunale reggina guidata dal sindaco Giuseppe Falcomatà. Come quest’ultimo, anche Muraca è stato sospeso per la condanna rimediata nell’ambito del processo “Miramare” e dovrà quindi cedere il posto ad Antonio Billari, entrato in Consiglio già la scorsa legislatura in quota Democratici e progressisti. La sua potrebbe essere una permanenza breve a Palazzo, ma tutto dipenderà dagli esiti dell’Appello del caso “Miramare”.