Non cambia il copione in Consiglio metropolitano. I consiglieri di opposizione, che adesso sembra in grado far proseliti anche dentro la maggioranza di Falcomatà, abbandonano l’Aula in segno di protesta.

 

L’ultima volto il pomo della discordia era stata l’informativa sull’Aeroporto dello Stretto. Stavolta il corto circuito si verifica sulla proposta di Macrostruttura della nuova Città Metropolitana.

 

Secondo i vari Lamberti, Giannetta, Zavettieri, Zampogna e Fuda il documento sarebbe arrivato in Aula senza essere stato sottoposto all’attenzione dei consiglieri per poter effettuare, magari, delle opportune proposte di modifica. E, tutti insieme, i consiglieri hanno chiesto un rinvio della seduta.

 

Anche in questo caso, così come era stata sull’aeroporto, la posizione del sindaco Falcomatà è stata intransigente e la richiesta stata respinta, anche perché secondo il primo cittadino non c’era nulla da votare, ma soltanto una discussione generale. Anche i dirigenti presenti hanno sottolineato come il tutto sarebbe dovuto ritornare in Consiglio, dopo gli opportuni lavori nelle Commissioni, appena costituite.

 

Scaramucce, insomma, che però lasciano trasparire l’insofferenza verso un modo di gestire il nuovo Ente. Agli unici due consiglieri di minoranza vera e propria, Giannetta e Lamberti eletti nel listone del centrodestra, adesso si sono aggiunti tre consiglieri che inizialmente si collocavano nell’alveo del centrosinistra, seppure hanno affrontato le elezioni con liste autonome. Si tratta dei Socialisti Zavettieri e Zampogna e di Savatore Fuda, eletto in “Uniti per unire – Locride Metropolitana”.

 

Da un potenziale 13 a 2 in Consiglio, dunque, si passa ad un 9 a 5 che potrebbe rendere assai più complicato il governo dell’Istituzione da parte di Falcomatà e dei suoi.

 

La vicenda Mauro. Il Consiglio metropolitano viene poi contrassegnato dalla querelle tra Eduardo Lamberti Castronuovo e il vicesindaco Mauro. Il primo ha presentato un’interrogazione a risposta scritta per sapere come mai il vicesindaco, che in precedenza ha rivestito l’incarico di legale della Provincia, avesse ricevuto il pagamento di una parcella prima di altri avvocati in lista e prima della fine del procedimento in Corte d’Appello.

 

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Mauro che si è detto subito “sereno” per quanto accaduto, ha poi fornito la propria spiegazione, con documenti annessi. Il vicesindaco, prima di diventare tale, ha proceduto a rimettere ogni mandato da difensore della Provincia per “ragioni di opportunità” per come lo stesso scrive al Settore Avvocatura. Ha però chiesto i compensi per l’attività svolta. Compreso il procedimento tirato in ballo da Lamberti che per Mauro era arrivato alla conclusione, con il deposito delle note conclusive e della nota spese. «Vivo della mia professione e non di politica» ha specificato il vicesindaco. Il pagamento sarebbe poi avvenuto prima rispetto ad altri mandati perché per quella causa era stato inserito il cosiddetto “impegno di spesa”. In altri casi la Provincia non lo ha inserito e allora il compenso dell’avvocato incaricato si trasforma in debito fuori bilancio, con le inevitabili lungaggini.

 

Un altro episodio che segnale il clima avvelenato che al momento si respira a palazzo Alvaro.

 

 Riccardo Tripepi