Sanità, lavoro, flusso dei migranti. Le emergenze della Calabria hanno immediatamente accolto il governo Conte che, nove anni dopo la scelta di Silvio Berlusconi, è tornato a riunirsi nella nostra Regione, a Reggio Calabria.
Il ministro dell'Interno Matteo Salvini ha voluto toccare con mano l'emergenza della tendopoli di San Ferdinando, mentre il premier Giuseppe Conte e il ministro della Sanità Giulia Grillo visitano l’ospedale metropolitano.

 

Tutti confluiscono in Prefettura intorno all'ora di pranzo per l'avvio dei lavori del Consiglio dei ministri.
Ad accoglierli una piazza arrabbiata che vomita addosso al governo tutti i problemi di una Regione al collasso. I vigili del fuoco urlano a Salvini di indossare meno felpe e di dare loro stabilità e condizioni dignitose di lavoro. Da Rende si protesta per l'emergenza ambientale, mentre il comitato pro aeroporto chiede interventi per il Tito Minniti.

A urlare il proprio disagio anche gli operatori delle strutture psichiatriche da mesi senza stipendio.

 

Soltanto il ministro Costa, seppure per qualche secondo, e il premier Conte per diversi minuti incontrano i manifestanti. "Dacci il lavoro" l'implorazione al presidente del Consiglio.
Al termine dei lavori, la conferenza stampa nel salone della Prefettura con il presidente del Consiglio Giuseppe Conte e il ministro Grillo ad illustrare il lavoro compiuto.

 

«Non è stato un Consiglio simbolico – ha detto Conte – ma che dimostra l’impegno del governo per questo territorio». Tanti i provvedimenti che sarebbero stati assunti a favore dalla Calabria secondo il premier, a partire dal reddito di cittadinanza. «Voglio poi ricordare i 100 milioni per il porto di Gioia Tauro che avranno grandi ricadute occupazionali per la Regione e per il quale voglio ringraziare il ministro Toninelli».

Conte ha poi ricordato i 150 milioni investiti per arginare il dissesto idrogeologico in Calabria e i 20 milioni per la manutenzione stradale dei Comuni al di sotto dei 10mila abitanti. «L’attenzione del governo rimarrà costante per la Calabria – ha assicurato Conte – e per tutto il Sud».

Il decreto sanità

Sui contenuti del decreto sanità si è soffermata invece il ministro Grillo che ha spiegato i motivi per i quali l’esecutivo ha deciso di ricorrere alla legislazione d’urgenza. «In Calabria abbiamo trovato una situazione emergenziale per tre fattori: l’enorme debito accumulato, i livelli dei Lea tra i peggiori d’Italia e le infiltrazioni della criminalità organizzata nelle aziende ospedaliere, come dimostrato da quelle rilevate all’Asp di Reggio Calabria che ha portato al nuovo commissariamento».

«Una situazione unica in Italia – ha detto ancora il ministro Grillo – e quindi abbia deciso di usare la decretazione d’urgenza per dare ai commissari di poter lavorare con qualche arma in più. Voglio ricordare che la Regione spende ancora 300 milioni di euro di mobilità passiva, il che vuol dire che i cittadini si curano fuori dalla Calabria quasi sempre».

 

Tre le direzioni verso le quali si muoverà il decreto: la nomina dei manager che sarà affidata ai Commissari, le modalità di gestione del dissesto della aziende sanitarie separando la gestione fallimentare dal nuovo corso e, infine, il settore degli acquisti con l’obiettivo di contenere gli sprechi. «Gli acquisti - ha detto Grillo – passeranno attraverso meccanismi di controllo che coinvolgeranno anche l’Anac».

 

Il ministro ha assicurato che il decreto avrà durata limitata «saremo fulminei» ma non ha risparmiato la stoccata al governatore Mario Oliverio, grande assente di giornata. «Vorrei ricordare al presidente della Regione che la sanità è una materia concorrente e che il ministro ha il dovere di intervenire per fare in modo che i Lea siano uniformi su tutto il territorio nazionale. Era dovere del governo intervenire offrendo la massima collaborazione che questa gestione della Regione non ha inteso accettare».

Il bilancio sul dissesto idrogeologico

Attenzione puntata poi sul dissesto idrogeologico in Calabria. Oltre 250 milioni di euro per gli interventi per la riduzione del rischio idrogeologico sono stati stanziati dal ministero dell’Ambiente tramite accordi di programma con la Regione negli ultimi otto anni, circa 30 milioni solo nel 2018, cui vanno aggiunti nel 2018-2019 altri finanziamenti in corso di perfezionamento, pari a circa 20 milioni di euro, e quelli provenienti dal Patto per lo sviluppo della Regione Calabria, che ammontano a circa 300 milioni. Oltre 500 milioni di euro, complessivamente, nei quali sono inclusi gli interventi per la difesa dall’erosione costiera. «Il ministero dell’Ambiente – ha affermato il ministro Sergio Costa – e il governo si sono attivati concretamente per la Calabria, una splendida terra ingiustamente trascurata. Lo dimostrano gli oltre 500 milioni di euro stanziati per il dissesto idrogeologico della regione, per  le opere di manutenzione e i danni da esso provocato, e il ddl ‘Cantiere ambiente’, un piano dettagliato per la messa in sicurezza dell’Italia dal rischio idrogeologico, che riordina il sistema affastellato di disposizioni normative e che razionalizza risorse e poteri e fa risparmiare circa il 70% di tempo per l’erogazione e la realizzazione delle opere».
  

Riflettori accesi anche sulle criticità ambientali del territorio, dal sistema fognario depurativo alle discariche alla bonifica e messa in sicurezza delle aree inquinate, e «la presenza qui oggi a Reggio, per il Consiglio dei ministri. Un segnale forte e concreto che i calabresi meritano», conclude il ministro. 

Il dissesto a Reggio Calabria

Infine, inevitabile, una battuta sul possibile dissesto a Reggio Calabria. Il premier Conte ha assicurato che il governo è al lavoro per evitarlo. «Allo studio una proroga per l’approvazione del bilancio e il passaggio da 10 a 20 anni del termine per il rientro dal debito».

Riccardo Tripepi

 

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