La rappresentante nella pubblica assemblea di "Cambiamo! Con Toti", ha ottenuto 19 preferenze a fronte di 10 schede bianche e una nulla recante la scritta Alecci
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Dopo l’elezione di Gianmichele Bosco alla presidenza del civico consesso di Catanzaro, avvenuta circa 48 ore orsono, è stato designato anche il suo vice. Si tratta di Manuela Costanzo, eletta in Consiglio nelle file di Cambiamo! Con Toti, e quindi con Rinascita, ma non espressa dalla minoranza (o meglio dalla sua parte che non si è aggregata al fronte fioritiano, già all’indomani del ballottaggio) per come prevederebbe invece una sorta di galateo istituzionale.
Certo, sebbene le dichiarazioni di prammatica, la designazione della Costanzo mette forse la firma in calce a un inconfessato (perché magari inconfessabile) accorduni avviato subito dopo l’esito del secondo turno per il rinnovo dell’Amministrazione. Basti pensare che la Costanzo ha ottenuto 19 preferenze a fronte di 10 schede bianche e una nulla recante la scritta Alecci (messe nell’urna dai membri di quanto resta dell’opposizione come riferito da Valerio Donato e soprattutto da Alessandra Lobello: «Considerato che due giorni fa avete dimostrato di avere la maggioranza, vi lasciamo liberi di scegliere»).
Resta il fato che, come peraltro messo in risalto da Marco Polimeni, «il patto fra centrosinistra e vari elementi dello schieramento opposto ha preso forma pure nella presa delle cariche con persino il fiero comunista Bosco il quale si è ormai immolato alla Fiamma (riferimento alla Tricolore, simbolo di Msi, An e così via). Aggiungo poi che la Costanzo alimenta un controsenso: stare dalla nostra parte mentre vota e sigla patti con l’altro gruppo in barba alle nostre differenti opzioni».
La Costanzo ha però poi replicato: «Se dovessi parlare io di tutte le incoerenze a cui ho assistito di recente, faremmo notte. Ma a Polimeni darò spiegazioni in privato. Ora mi limito a dire che io faccio fatti rispetto a voi a cui manca, ed è mancata, persino l’unità all’interno della coalizione». A prescindere da altre considerazioni, la maggioranza con la scelta della Costanzo, peraltro al centro anche di roventi polemiche in campagna elettorale, si è assunta un’ennesima forte responsabilità, connotando la sua azione politica iniziale con decisioni nette ma molto rischiose e talvolta spiazzanti. Al di là di tutto nel dibattito, prima del botta e risposta fra Polimeni e Manuela Costanzo, erano fra gli altri intervenuti Sergio Costanzo e Antonello Talerico.
Il primo ha affermato: «Sull’elezione del presidente del Consiglio anche i morti sono resuscitati, rivendicando meriti, ma i loro grami risultati nelle urne si sono visti lo scorso 12 giugno. E poi, malgrado mi sia scontrato spesso con Antonello Talerico nei mesi scorsi, credo sia svilente e ingiusto considerarlo la testa di legno di qualcuno fuori da quest’Aula (intende Mimmo Tallini, ndr). Comunque sia, l’elezione di Bosco è dovuta non a quattro traditori bensì all’arroganza e alla saccenza di quanti hanno imposto un nome senza fare passi indietro». Talerico ha invece sostenuto: «La minoranza vuole responsabilizzarci e quindi abdica alla propria facoltà di esprimere un elemento del suo circuito. Certo, se i colleghi fossero venuti a proporci un loro nominativo, io lo avrei votato. Ma, non avendolo fatto, abbiamo proceduto con le nostre valutazioni». Va infine detto che molto opportunamente Bosco ha finalmente richiamato chi arriva in Aula in bermuda e sandali o addirittura, essendo legato a qualche consigliere, gli si siede accanto come fosse sulle panchine dei giardinetti.