Pd Calabria, Nicola Zingaretti vince ma il futuro del presidente Oliverio rimane incerto

Il governatore del Lazio vola oltre il 60%. Resistono i renziani a Catanzaro e a Reggio. La sua vittoria di però adesso ha tanti padri: Censore, Guccione, Laratta e soprattutto Marco Minniti. L'ex ministro dell'Interno con la sua adesione rischia di far saltare gli equilibri

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di Riccardo Tripepi
28 gennaio 2019
20:56

Quasi ultimate le operazioni di voto nei circoli. Confermate le prime proiezioni che davano una vittoria di Nicola Zingaretti che dovrebbe sfondare il 60% dei consensi. La vittoria del governatore del Lazio arriva in maniera uniforme sui vari territori calabresi con picchi nelle province di Vibo (75%), Crotone (72%) e Cosenza (66%).

Più contenuta l’affermazione a Reggio Calabria dove Zingaretti si ferma al 53,4% e ancor di più a Catanzaro. Proprio nel capoluogo si registra, invece, l’affermazione più importante di Maurizio Martina (44%) che arriva quasi al pareggio con Zingaretti (46%), anche se i dati ufficiali di Catanzaro saranno forniti nella mattinata di domani, considerate le contestazioni in corso. Sia a Reggio che a Catanzaro, inoltre, si registra un fenomeno analogo e cioè il centro cittadino che si riscopre più renziano della periferia. Proprio in riva allo Stretto la componente renziana fa notare che scorporando il voto dei circoli del centro storico le posizioni si invertirebbero con Martina al 55,6% e Zingaretti al 33,4%.


 

Solo briciole per la altre mozioni, tutte sotto il 10%. Da segnalare una buona affermazione di Roberto Giachetti a Reggio con il 7% e di Francesco Boccia a Vibo con il 6%.

Naturalmente si tratta di una prima fase prima del clou del congresso che si apre adesso con la formazione delle liste a sostegno dei candidati che si confronteranno alle primarie aperte del prossimo 3 marzo.

In attesa della definitività dei dati, si è subito aperta l’analisi politica per dare un peso alle varie correnti del Pd. Molto facile la conta in casa renziana, in grado di tenere soltanto a Catanzaro e a Reggio. Nel capoluogo il merito va al segretario Gianluca Cuda e all’ex vicepresidente della giunta regionale Antonio Viscomi, in grado di contrastare la forza dello staff di Oliverio e dell’ex presidente della Provincia Enzo Bruno.

 

In riva allo Stretto, invece, la resistenza va intestata al presidente del Consiglio Nicola Irto, che alla fine ha scelto di sostenere Martina, al consigliere regionale Mimmetto Battaglia, all’ex deputato Demetrio Battaglia e all’eterno Gigi Meduri. Il gruppo ha tenuto botta nonostante il sindaco Giuseppe Falcomatà abbia definitivamente rotto i ponti con l’area renziana schierandosi con Zingaretti. Particolarità reggina è che quasi tutti i circoli hanno sottoscritto il documento che chiede il congresso subito e sostiene la ricandidatura di Mario Oliverio. Circostanza che, invece, non si è registrata in altre Province con la singolarità di Vibo che praticamente ha bocciato il documento.

Molto più complessa la lettura della vittoria di Zingaretti. Gli accadimenti delle ultime settimane, infatti, cancellano la volontà di Mario Oliverio e dei suoi di potersi intestare in via esclusiva la vittoria del governatore del Lazio. All’origine, con Marco Minniti ancora candidato, la scelta di Oliverio era servita a smarcare la sua area per acquisire visibilità. Le mosse degli avversari hanno poi annacquato questo dato.

Intanto sono almeno altre due le correnti che sostengono Zingaretti in Calabria e che adesso ragioneranno sulla formazione di liste autonoma. La prima è quella che fa capo all’ex ministro Orlando e che si riconosce in Carlo Guccione. Vicinissimo a questa posizione anche Bruno Censore a Vibo che ha da tempo preso le distanze dal presidente della giunta e sta spiegando in tutte le salse che la vittoria di Zingaretti nella sua provincia non è da considerarsi una vittoria di Oliverio.

 

Poi c’è l’area dei franceschiniani con Franco Laratta e Mimmo Bevacqua che sempre ha marcato una certa distanza dalla gestione del governatore, con il consigliere regionale che è arrivato anche ad autosospendersi dal gruppo del Pd di palazzo Campanella.

Lo scacco matto al governatore, però, è arrivato proprio nella domenica in cui il voto nei circoli era in pieno svolgimento. Marco Minniti che si era ritirato dalla competizione anche per le incomprensioni con Matteo Renzi, ha scelto “La Repubblica” per annunciare una scelta a sorpresa: sosterrà Zingaretti per la gioia di quest’ultimo che ha subito reagito positivamente.

E’ chiaro che Marco Minniti, per curriculum e storia personale, si candida ad essere l’interlocutore principe di Zingaretti per la Calabria e sostanzialmente rischia di azzerare la strategia a suo tempo messa in atto da Oliverio con la regia di Nicola Adamo. In buona sostanza, l’ampia vittoria di Zingaretti in Calabria, al momento, ha così tanti padri che difficilmente potrà essere identificata con la corrente di Oliverio. E il rientro in campo di Marco Minniti potrebbe essere il grimaldello per far saltare un piano che, fino a qualche settimana fa, sembrava perfetto.

 

Riccardo Tripepi

Giornalista
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