L’ex consigliere regionale calabrese si è messo alla testa di un nutrito gruppo di amministratori e giovani militanti che chiedono attenzione: «La “ditta” dia spazio alle nuove generazioni» (ASCOLTA L'AUDIO)
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Molto si muove in queste ore nel centrosinistra. Ovviamente a velocità ed effetti differenti. Giuseppe Conte continua nel suo populismo magico andando a Scampia ad intervistare i percettori del reddito di cittadinanza pregustando il bagno di folla che avrà con la manifestazione anti manovra che sta per organizzare. Il Pd invece è alle prese col solito dibattito interno che dovrebbe portare all’undicesimo segretario in quindici anni. Un vero e proprio record che ha portato però a consensi via via decrescenti.
Ieri a Cosenza l’ex consigliere regionale Graziano di Natale ha riunito un nutrito gruppo di amministratori e giovani che ora nel Pd chiedono di poter dire la loro.
Di Natale, chi siete e cosa volete?
«Quello che è accaduto venerdì sera a Cosenza è la risposta di gente libera, amministratori, sindaci, giovani che decidono liberamente di non delegare più il loro pensiero ad altri. Quello che si vuole è non restare più ai margini della discussione politica. Se si vuole ripartire si ci siede al tavolo e si parla delle emergenze della Calabria tra cui la necessità, non rinviabile, di rinnovare la classe politica».
Cosa risponde a chi le dice che non è di primo pelo come politico?
«La mia storia parla chiaro sono cresciuto tra i banchi del Consiglio comunale di Paola, poi l’esperienza della provincia e quella del Consiglio regionale. Per me, queste, rappresentano un valore e chi dice che non sono di primo pelo ha ragione perché ho l’esperienza per capire che è arrivato il nostro momento. Il momento di organizzare in Calabria una nuova generazione che ambisce a guidare il cambiamento»
Cosa pensa dell'iter congressuale avviato? Garantirà questo cambiamento?
«Mi pare allo stato la solita litania tra chi tenta di conservare il proprio posto al sole. Non un dibattito libero, aperto, ma chiuso a pochi intimi»
Ma le piacerà qualcuno fra Bonaccini e la Schlein…
«Si è chiesto il perché il segretario nazionale sia sempre scelto a nord? La risposta è che la Calabria ha sempre delegato ad altri perché i nostri rappresentanti hanno curato solo la salvaguardia dello strapuntino. Credo che oggi bisogna verde l’Italia al contrario, partendo dalla Calabria. Giudico comunque positivo il lavoro di Bonaccini e spero che colga l’opportunità di ascoltare ciò che sta nascendo nei territori della Calabria»
Che ruolo avrà la Calabria nel dibattito congressuale?
«L’iniziativa di venerdì oltre che evidenziare le emergenze ha come fine l’ambizione di essere presente nel dibattito nazionale. Come? Facendo arrivare a Roma la voce dei nostri Sindaci, amministratori, giovani, e quanti hanno deciso come me che il momento della Calabria è ora!!»
Guccione e Romeo hanno parlato di neosocialismo, di un avvicinamento verso i temi classici della sinistra come la tutela delle classi più deboli. Che ne pensa?
«Ho letto le vostre interviste e devo dire che le trovo anche condivisibili in alcuni punti. Credo però che in Francia il partito socialista sia relegato a ruoli marginali perché è in atto un cambiamento della politica europea.
C’è necessità di garantire un nuovo schema e i riformisti possono e devono rappresentare quanti come me credono che ci sia bisogno di moderazione delle posizioni. Spostare l’asse radicalmente a sinistra sarebbe un grave errore politico»
Come fare allora ad arginare il M5S che vi erode consensi a sinistra?
«Bisogna ritornare nella gente e recuperare la credibilità perduta per fare questo occorre il coraggio di cambiare la classe dirigente, in poche parole “la ditta” deve cedere il passo alle nuove generazioni. Ci sono emergenze non più rinviabili per cui occorre mettere in campo proposte credibili che siano vicine ai bisogni primari della gente».
E il rapporto con il Terzo polo?
«Il terzo polo sta occupando lo spazio che il Partito Democratico ha lasciato da tempo, il centro. Credo che ci sia bisogno di mettere in campo una nuova proposta che sostituisca il vecchio schema del centrosinistra, per fare questo è indispensabile dialogare con il terzo polo».