La componente calabrese che ha nel governatore il suo punto di riferimento sembra orientata verso il sostegno al presidente della Regione Lazio. Soltanto la candidatura alla segreteria del partito dell'ex ministro dell'Interno potrebbe scompigliare le carte
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Si comincia a muove lo scacchiere in casa Pd in vista della stagione congressuale. Ovviamente molto dipenderà da quanto verrà deciso dall’Assemblea nazionale del partito che si riunirà il prossimo 18 novembre. Una settimana dopo rispetto a quanto indicato da Maurizio Martina al momento della sue dimissioni. Le motivazioni del ritardo nella convocazione da parte di Matteo Orfini sono da ricercarsi nella necessità di evitare sovrapposizioni con la riunione dell’area renziana prevista per giorno 9 e 10 novembre a Salsomaggiore.
L’Assemblea dovrebbe decidere di aprire la stagione congressuale, salvo colpi di coda al momento poco probabili, per andare alle primarie nazionali per la metà del mese di febbraio. In modo da consentire al partito di provare a invertire la tendenza e provare a presentarsi con rinnovata linfa all’appuntamento con le elezioni europee.
A guardare con attenzione ai movimenti nazionali sono i calabresi che, nel frattempo, hanno tracciato la propria di road-map. Dal 23 novembre partono le convenzioni di circolo per arrivare al 16 dicembre alle primarie regionali.
Un percorso che si manterrà tale se non dovessero arrivare colpi di scena sul piano nazionale. Anche dal punto di vista delle candidature. Se pure Marco Minniti, all’ultima Leopolda ha fatto un passo indietro rispetto alla propria candidatura, la decisione finale non è presa. E, naturalmente, una discesa in campo dell’ex ministro dell’Interno metterebbe in imbarazzo la sua Regione d’appartenenza.
La componente del partito che si riconosce in Mario Oliverio crede poco a questa eventualità e, comunque, pare ormai pronta ad una scelta di campo in favore di Nicola Zingaretti. Il governatore della Calabria negli scorsi giorni avrebbe incontrato a Roma il collega del Lazio per fare il punto della situazione. Del resto Zingaretti e Oliverio hanno ottimi rapporti da lungo tempo costruiti quando i due erano rispettivamente presidente della Provincia di Roma e presidente della Provincia di Cosenza. Entrambi hanno la stessa formazione di sinistra avendo militato nel Pci, nel Pds e nei Ds prima di confluire nel Pd.
Del resto alla convention organizzata qualche settimana fa da Zingaretti per lanciare la propria candidatura al congresso nazionale erano stati avvistati due alfieri del presidente della giunta calabrese del calibro dei consiglieri Michele Mirabello e Giuseppe Giudiceandrea. Due indizi non fanno una prova, ma indicano una tendenza. Tendenza che potrebbe replicarsi anche a livello regionale con l’espressione di una candidatura d’area. Sempre che non si trovi una soluzione unitaria. Oliverio e i suoi avevano dato il via libera a Demetrio Battaglia, ma dopo il fiorire di altre candidature, era stato proprio l’ex deputato reggino a chiamarsi fuori dalla mischia. Intenzione che Battaglia sta ribadendo anche in questi giorni nonostante le pressioni stiano continuando. Si capisce, però, che si è ancora alla fase iniziali di una lunga partita a scacchi.
Riccardo Tripepi