Si va verso la proroga di un anno delle concessioni ai balneari. Un tema che riguarda molto da vicino la Calabria e che era stato sollevato nei giorni scorsi dal consigliere regionale della Lega, Pietro Molinaro. Nella nostra regione, che vanta 800 km di coste, attualmente sono circa 2000 le attività balneari che danno lavoro a circa 20mila persone per un giro d’affari che è stato stimato approssimativamente in 500 milioni di euro.

Molinaro aveva chiesto una proroga di un anno all’avviamento delle gare, negando fra l’altro che ci sia un problema di scarsità della risorsa. Attualmente, sostiene, solo il 30% della costa è impegnata. Ne deriva che rimane, tolte le zone non adatte, almeno un 40% che potrebbe essere messo a gara.

Dopo una riunione tra maggioranza e governo i relatori al decreto Milleproroghe in discussione in commissione Affari Costituzionali e Bilancio al Senato hanno messo a punto un emendamento che concede cinque mesi in più, fino a luglio, per la mappatura delle concessioni demaniali per l’esercizio della delega prevista dal ddl concorrenza. Nello stesso periodo sarà vietato procedere a bandi in attesa dei decreti attuativi sul riordino della disciplina in materia che saranno emanati comunque entro febbraio. Si proroga poi di un anno della messa a gara delle concessioni balneari. L’emendamento presentato al Milleproroghe ha come primi firmatari Ronzulli e Gasparri.

Insomma una proroga voluta da Forza Italia e oggi sostenuta dal Governo, nonostante la contrarietà del ministro meloniano, Raffaele Fitto. Il ministro per il Pnrr, le Politiche di Coesione e il Sud, a margine di un incontro del Cdm, aveva detto: «Sui balneari non scherziamo, non abbiamo margini di manovra con l’Europa. Rischiamo di compromettere pure il Pnrr». Il resto della maggioranza non la pensa così evidentemente. Ecco allora la proroga fermo restando che Bruxelles chiede da tempo all’Italia di mettere a gara le spiagge, come succede negli altri Paesi Ue, nel rispetto della direttiva Bolkestein.

Ed infatti in serata è arrivata la doccia fredda da parte di Bruxelles. «Cogliamo l'occasione per ribadire che il diritto Ue richiede che le norme nazionali sui servizi assicurino la parità di trattamento degli operatori, promuovano l'innovazione e la concorrenza leale» e «proteggano dal rischio di monopolio delle risorse pubbliche». Lo dice all'Ansa un portavoce della Commissione Ue dopo il via libera della commissione Bilancio e affari costituzionali del Senato alla proroga di un anno delle concessioni balneari. A Bruxelles si ricorda come una procedura d'infrazione contro Roma sia già aperta a causa del mancato rispetto della direttiva Bolkestein e ulteriori rinvii non migliorino la situazione.