L’ex componente della giunta Limardo per l’assenza nel giudizio immediato di Rinascita-Scott chiama in causa l’Avvocatura comunale e parla di uffici comunali al collasso dove può succedere di tutto
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Arrivano anche le considerazioni dell’ex assessore agli Affari legali del Comune di Vibo Valentia, Gaetano Pacienza, dopo la sua revoca decisa dal primo cittadino Maria Limardo a stretto giro dalla nostra risposta alla sua nota stampa in ordine all’assenza di un legale del Comune lunedì mattina nell’aula del Tribunale collegiale di Vibo dove era in corso la prima udienza del giudizio immediato di Rinascita-Scott nel quale l’ente locale è indicato quale parte offesa.
«Scrivo questa breve nota perchè ritengo ci sia un dovere di trasparenza verso la comunità amministrata nonchè per i tanti amici che mi hanno contattato dopo quanto inspiegabilmente accaduto. Ovviamente è certo che non sono io “l’uomo nero” del Comune di Vibo Valentia che avrebbe impedito la presenza dell’Ente nel giudizio immediato contro alcuni imputati di Rinascita-Scott. In tal senso ringrazio i consiglieri del Gruppo “Città Futura” che, in un documento apparso ieri sulla stampa, mi hanno rivolto espressioni di stima politica e professionale nonchè manifestato la volontà politica di continuare insieme un percorso iniziato da tempo.
Ma vediamo i fatti accaduti: con delibera di Giunta n.146 del 1.9.2020, su mia relazione, il Comune decide di costituirsi parte civile nel processo Rinascita-Scott incaricando l’Avvocatura comunale di rappresentare l’Ente nel processo. Da quel momento la volontà politica dell’Amministrazione si è palesata in modo chiaro e definitivo e se il processo si divide in altri tronconi con la richiesta dei giudizi immediati di alcuni imputati, la questione è semplicemente gestionale e non riguarda la sfera di competenza degli organi politici. Peraltro sulla mia scrivania di assessore non è mai pervenuto il decreto del Tribunale di fissazione dell’udienza del 9.11.2020.
Per onestà intellettuale devo anche aggiungere che gli Uffici comunali sono al collasso essendo oberati di lavoro senza risorse materiali e personale sufficiente. In queste condizioni può succedere di tutto. Infine prendo atto che nel decreto di revoca notificato l’11.11.2020 il sindaco scrive che il provvedimento “non è da intendersi sanzionatorio” quindi non sono stato revocato per eventuali demeriti, negligenze o inadempienze. Lo dice il sindaco. Meglio così».
Sin qui le considerazioni dell’ex assessore Gaetano Pacienza che rimarca alcune cose interessanti: «se il Comune era assente nell’aula di udienza – afferma – le responsabilità vanno ricercate altrove e non nella sfera politica ma gestionale». Al tempo stesso, però, dichiara che «gli uffici comunali sono al collasso e può succedere di tutto». Nel decreto di revoca firmato dal sindaco è vero che la decisione di destituirlo da ogni incarico viene definita “non sanzionatoria” e viene motivata con la venuta meno del “rapporto fiduciario” fra sindaco ed assessore. È stato però lo stesso primo cittadino in pubbliche dichiarazioni (tralasciando quanto scritto nel decreto di revoca) a motivare la scelta con la mancata presenza di un avvocato del Comune pronto a costituirsi parte civile in aula nel giudizio immediato di Rinascita-Scott.
Pacienza sostiene di non essere stato «revocato per eventuali demeriti, negligenze o inadempienze» perché così dice il sindaco nel decreto. Ma le dichiarazioni del primo cittadino (che anche noi abbiamo riportato) vanno in ben altre direzioni. Vedremo nelle prossime ore se la politica vibonese riuscirà a fare ordine in una vicenda in cui – nel continuo rimescolamento delle “carte” e del “dire e non dire” – ai più sembra che si stia giocando con le parole, mentre i paradossi di questa vicenda sono ancora tanti e non mancheremo di portarli alla luce. Non a caso avevamo parlato in altro articolo di fuga da parte degli “attori politici” di questa vicenda dalle proprie responsabilità. Nelle prossime ore se ne saprà certamente di più.