VIDEO | Dopo le colleghe di giunta Francesca Sbano e Barbara Sciammarella, anche Mirafiori ha deciso di gettare la spugna. La “nuova era” annunciata in campagna elettorale, ormai è un lontano ricordo.
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Sebbene frutto di iniziative personali, gli abbandoni delle deleghe assessorili nell’esecutivo che guida la città di Paola da un anno e mezzo, sono già arrivati a tre (su un totale di cinque elementi, escluso il primo cittadino), con le recentissime dimissioni di Stefania Mirafiori giunte a certificare una preoccupante emorragia di “quote rosa” nella giunta capitanata da Giovanni Politano.
Eletto grazie alla diaspora apertasi nella maggioranza del suo predecessore, l’attuale primo cittadino sta amministrando la città di Paola grazie alle alleanze strette con gli ex supporters del vecchio sindaco Roberto Perrotta, personalità note per il loro impegno che - mettendoci la faccia e quindi candidandosi - sono state determinanti per l’affermazione elettorale del 2022.
Tuttavia, a distanza di un anno e mezzo dal risultato delle urne, la configurazione esecutiva e consiliare della maggioranza appare oggi radicalmente cambiata, con defezioni registrate tra i banchi a sostegno dell’azione di governo (con il consigliere Renato Vilardi passato tra le fila dell’opposizione) e stravolgimenti sostanziali in quelli della giunta, dove ogni pezzo venuto a mancare era frutto di candidature nelle liste a sostegno della coalizione tuttora presentata come quella della “nuova era”.
Considerando gli sviluppi sin qui registrati, di nuovo al momento si percepisce ben poco, perché le schermaglie sviluppatesi nel corso degli ultimi mesi, hanno caratteristiche vecchie e stantie, figlie di tattiche e strategie di un passato che continua a balcanizzare la politica locale, sempre più distante dalle promesse fatte in campagna elettorale e pericolosamente vicina a schemi di distribuzione del potere che poco hanno a che vedere con quanto proposto ai cittadini paolani.
Con l’abbandono di Stefania Mirafiori ora ci sarà da nominare un assessore capace di gestire Pubblica Istruzione, Educazione ambientale, Agenda O.N.U. 2030 e comunità sostenibili, Rapporti con il Santuario e Grandi Eventi, Rapporti con quartieri e Associazioni e infine Forestazione, che sommate alle deleghe non ancora assegnate dalle dimissioni di Barbara Sciammarella, fanno ipotizzare un imminente rimpasto che potrebbe cambiare definitivamente i connotati di una compagine amministrativa che è già un lontano e sbiadito ricordo di quella uscita miracolosamente vincitrice dalle urne.
Dopo Francesca Sbano (cui è subentrato Pasquale Filella) e Barbara Sciammarella (non ancora sostituita da mesi), con l’addio di Stefania Mirafiori si apre uno scenario da “rimpasto totale”, molto simile ad un “azzeramento” (gli unici superstiti della prima ora sono Maria Pia Serranò e Antonio Logatto), figlio degli spasmi che attraversano i gruppi consiliari della maggioranza, sempre più balcanizzati e propensi a tirare ciascuno acqua al suo mulino.
«Con grande rammarico e con la consapevolezza di agevolare il percorso dell'attività amministrativa - ha scritto la Mirafiori nella lettera di dimissioni protocollata qualche minuto fa - comunico le mie dimissioni dall'incarico di Assessore del Comune di Paola, per ragioni personali e professionali che rendono non più possibile il mio impegno all'interno dell'Amministrazione comunale. Dal primo istante ho sempre cercato di svolgere al meglio il compito assegnatomi, dedicando a tale importante incarico larga parte del mio tempo, con passione e dedizione».
E ancora: «È doveroso in questa circostanza evidenziare il grande lavoro svolto proprio dagli uffici, che hanno sempre supportato il mio operato quotidiano con professionalità, forte condivisione e collaborazione, nell'esclusivo interesse della città e dei cittadini. Proprio ai cittadini va il mio ringraziamento più grande, per la fiducia e la vicinanza concessami sin dal momento in cui ho deciso di candidarmi».