VIDEO | Respinta la proposta avanzata dai banchi dell'opposizione per far luce sui 26 milioni contestati dalla Società risorse idriche calabresi e a carico del consorzio Congesi. In aula non sono mancati i momenti di tensione e le accuse
Tutti gli articoli di Politica
All’ordine del giorno del Consiglio comunale di Crotone di ieri spiccava la mozione presentata dai consiglieri di opposizione Meo e Cavallo che puntava ad impegnare il sindaco e la giunta comunale (letteralmente) «a porre in essere ogni possibile sforzo al fine di pervenire ad una soluzione del contenzioso con SO.RI.CAL S.p.A. e pertanto che si voglia procedere alla formulazione di un piano di rientro che consenta di soddisfare la pretesa creditoria di SO. RI.CAL S.p.A. così evitando che questa Amministrazione o la successiva, precipitino in uno stato di dissesto finanziario».
Effettivamente il debito contestato da Sorical ammonta complessivamente a ben 26 milioni di euro a carico di Congesi, che è il consorzio tra 14 Comuni che ha la gestione del servizio idrico integrato e che vede il Comune di Crotone esposto per oltre 14 milioni rispetto a quello complessivo.
L’altra parte dell’opposizione ha proposto con successo di emendare la mozione presentando, tutti assieme, la proposta della costituzione di una Commissione consiliare d’inchiesta su come, nel tempo, quel debito sia potuto maturare con il contributo non secondario della gestione attuale. I consiglieri proponenti hanno anche fatto presente come in passato il Consiglio comunale si sia dotato di uno strumento simile per verificare debiti o contenziosi anche verso privati.
La discussione non ha fatto mancare momenti di confronto anche tesi con il candidato perdente di fronte al sindaco Voce, Antonio Manica, oggi capogruppo di Forza Italia, che si è pure tolto qualche sassolino. «Avete mostrato forza e decisionismo ed avete dismesso Crotone Sviluppo che pure il sindaco Voce difendeva in campagna elettorale attaccandomi perché ero invece io ad avere sostenuto e promesso di dismetterla», ha rammentato il candidato del centrodestra che ha perso allo scorso ballottaggio di quasi tre anni fa, non specificando che la partecipata in questione è entrata anche nell’inchiesta Glicine che ha terremotato la politica del territorio proprio ieri. «Oggi verso Congesi che non è in grado di fare altro che attendere di potersi salvare con la prospettiva Arrical o con una decurtazione di Sorical in sede transattiva, mostrate la stessa incapacità amministrativa di un passato che ha sempre usato i Consorzi e le partecipate più per fare politica che per gestire programmaticamente i servizi al cittadino». E se non è mancato anche qualche apprezzamento arrivato dai banchi della maggioranza (con la Venneri di Lista De Magistris, in specifico, che ha anche preannunciato il suo voto favorevole per la costituzione della Commissione d’inchiesta), l’intervento del sindaco, invece, è stato rivolto ad una difesa totale del management di Congesi.
Il primo cittadino che meno di un anno fa è stato decisivo per la conferma di Claudio Liotti che si occupa di acqua sin dalla costituzione di Congesi sulle ceneri della vecchia Soakro, ha dato la sua lettura circa il fatto che buona parte di quel debito originario è stato poi trasferito alla “nuova” partecipata. Così come ha tenuto a precisare, in aula consiliare, che ci sono anche crediti oltre ai debiti per Congesi: «Ci sono anche 40 milioni di crediti e bisogna far pagare tutti, l’acqua è come la Tari, anche quando i Comuni sono costretti a far quadrare conti che non tornano, perché il servizio, come i debiti, vanno assicurati».
Tra le repliche, anche degli stessi Manica e Meo, si è però fatto rilevare che il rischio vero è un default da dissesto, che si sta rischiando di far ereditare anche alle future amministrazioni, così come questa si sta trascinando quello di oggi che viene anche da un ieri certamente non limpido.
«Poi c’è un altro rischio non da meno - ha puntualizzato Manica - qualora si decurtasse il debito, i cittadini potrebbero, a norma di legge, pretendere la restituzione da riconteggio delle tariffe che andrebbero riviste anche rispetto a quelle già fatte pagare; la norma è chiarissima, le bollette dell’acqua al cittadino vanno calcolate in funzione dei costi reali di quel servizio, e se il fornitore, in questo caso Sorical, sconta quel costo originario, il cittadino può pretendere che quello sconto gli venga riconosciuto».
Ma la discussione e le differenti posizioni non hanno permesso che la votazione mutasse rispetto alle indicazioni del sindaco; la maggioranza ha tenuto: con 12 voti contrari ed i nove favorevoli (più tre astenuti) si è decretato che la Commissione d’Inchiesta non si costituisse.
«Stiamo lavorando da mesi e sostenendo il processo temporale limitato dentro cui Congesi è stata chiamata a traghettare verso il soggetto unico come da indicazioni di leggi regionali note», ha puntualizzato anche l’assessore Scandale ai nostri microfoni al termine della votazione. «I crediti, come i debiti debbono essere trattati amministrativamente per far sì che abbiano valenza di bilancio e, comunque, un soggetto unico già c’è, ed è proprio Sorical che ora è totalmente pubblica», ha specificato Antonio Francesco Scandale che è un addetto ai lavori, visto che di professione è commercialista e revisore dei conti. E seppur le posizioni sono state comunque sciorinate con evidenza e caratterizzazione non diversa dal dibattito regionale che stiamo apprezzando quanto complicato possa essere compatibile ad una reale digestione popolare, il commento finale del consigliere Fabrizio Meo, tra i promotori della discussione, è lapidario: «È chiaro che il sindaco Voce ha qualcosa da nascondere, se si fosse favorita la costituzione di una Commissione nella massima assise cittadina, il Consiglio comunale avrebbe potuto solo aiutare lui e la Giunta ad avere le idee chiare circa non solo il debito nei confronti di Sorical ma, anche, per valutare un management che non sta certo brillando per trasparenza ed efficacia ed efficienza».