Parla per la prima volta l'ex sindaco che vuol ricandidarsi per la poltrona: lo stato delle interpartitiche e la stoccata al recalcitrante Trimboli
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«Mi considero un orfano della Democrazia cristiana ma con un gruppo di amici ambisco a rappresentare una vasta area moderata e centrista pronta ad un progetto comune con il centrodestra». Parla per la prima volta Giovanni Barone, l’ex sindaco di Palmi e per ora unica figura la cui candidatura è in campo, e tratteggia metodo e confine della coalizione che si sta formando riunione dopo riunione. «Ci siamo quasi, nelle interpartitiche per ora non si è mai discusso di altre candidature – rivela – anche alla presenza, di persona o in remoto, dei referenti provinciali nonché dei consiglieri di tutti i partiti».
Chiarimenti utili che smentiscono ancora una volta la versione di Aldo Trimboli, l’ex commissario di Fratelli d’Italia, che aveva definito in campo anche l’opzione del proprio nome, ricevendo ora una secca replica.
«Non capisco la sua acredine – dice Barone – lui rimane una figura importante ma la democrazia ha delle regole». Tradotto, significa che continua ad essere reale la saldatura tra i partiti e almeno 5 degli attuali consiglieri di opposizione. La coalizione viaggia spedita, approfittando anche della tattica del sindaco Giuseppe Ranuccio che non ha chiarito se si candiderà oppure no. Il ritorno in politica dell’ex consigliere provinciale dell’Udc sembra dunque avvenire dalla porta principale, senza risparmiare critiche agli uscenti che, anche loro nella stessa condizione di “senza partito” – sono accusati soprattutto di «essersi allontanati dalla cittadinanza». Barone, che secondo Trimboli rappresenterebbe una figura che non «può avere la verve adatta per quella novità necessaria», torna a toccare i tasti del primato che Palmi avrebbe perso.
«In 5 anni -conclude Barone – la città ha perso quel ruolo che aveva anche rispetto agli altri paesi della Piana, ha perso uffici come il Centro per l’impiego e la sede dell’Asp, non ha visto partire il teatro e ha registrato la chiusura della Casa della cultura e delle palestre».