Una Costituente per arrivare alla città unica Cosenza-Rende-Castrolibero, nessuna battaglia per il No e la ricerca di una strada più democratica ed efficiente per unire i tre Comuni. Il Partito democratico scende in campo, chiarisce la propria posizione e spiega che «la partita va giocata alla Cittadella».

Mimmo Bevacqua e Franco Iacucci di fianco a Vittorio Pecoraro e Maria Locanto. Uno scenario che soltanto qualche settimana fa sarebbe stato possibile soltanto dinanzi ad “arbitri” terzi della segreteria nazionale di Elly Schlein. Invece il ritrovato feeling sul tema della città unica con il segretario di Federazione ha portato i due consiglieri regionali ad estendere l’invito per la loro conferenza stampa da cui è partita l’idea di una costituente per giungere alla fusione. A rompere gli schemi c’aveva pensato proprio Pecoraro in un’intervista rilasciata al nostro network: «Non ci intesteremo la battaglia del no alla fusione di Cosenza con Rende e Castrolibero» aveva detto. Il capogruppo del Partito Democratico a Palazzo Campanella e il vicepresidente del Consiglio regionale il giorno dopo hanno aggiunto: «Nemmeno noi siamo contrari, la partita va giocata alla Cittadella». Oltre a parlare di città unica, Bevacqua ha chiarito anche la posizione sulla localizzazione del nuovo ospedale di Cosenza.

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«La mia è chiara fin da quando è partita la Facoltà di Medicina all’Unical – ha evidenziato – Bene ha detto Caruso l’altro giorno di “farlo dove vogliono l’hub, basta che si realizzi”. È una frase importante, perché al centro devono esserci i servizi per i cittadini e quello della Sanità è il tema focale».

La Costituente per la Città Unica di Cosenza, Rende e Castrolibero

«Pecoraro ha tolto un tappo al dibattito sulla città unica – ha detto ancora Bevacqua -. Pur avendo subito una mortificazione in Consiglio regionale, con le leggi omnibus, siamo consapevoli che bisogna essere in prima linea per il cambiamento. L’immobilismo non ci appartiene. Su questo argomento non facciamo passi indietro, perché centrodestra ha violato ogni. Non siamo insensibili rispetto ad un processo riformista e innovatore. Chi è seduto a questo tavolo fu protagonista della fusione di Corigliano Rossano, perché guai se la politica non si assumesse la responsabilità dei cambiamenti. Diventiamo protagonisti dei mondi sociali, economici e culturali». Continua a leggere su Cosenza Channel.