La fusione delle città di Cosenza, Rende e Castrolibero non piace a Italia del Meridione, che contesta apertamente la modifica della legge regionale che esclude dalla decisione finale il parere dei consiglio comunali. La questione è stata sollevata sabato scorso a Scalea, nel corso di un incontro all'aperto, nell'area pedonale a ridosso di piazza Caloprese, così come voluto dalla vicesindaca Annalisa Alfano, che è anche segretaria provinciale Idm. «Sicuramente è una forma inusuale - dichiara Alfano -, ma l'intento principale è quello di riportare la politica al centro della discussione, delle piazze del luogo di appartenenza, come si faceva nell'antica Grecia. Il dibattito sulle fusioni delle città è molto acceso e ha investito anche l'ultimo consiglio comunale di Scalea, quindi era giusto interessare direttamente il territorio».

I fatti

Con la proposta di legge n. 177/12, presentata su iniziativa dei consiglieri regionali calabresi Caputo, Gentile, De Francesco, Mannarino, Molinaro, Straface, Graziano e Gallo, si richiede l “Istituzione del nuovo Comune derivante dalla fusione dei Comuni di Cosenza, Rende e Castrolibero”. Successivamente il consiglio regionale modifica l'iter del processo di istituzione, estromettendo il parare dei consigli comunale. Il processo per l'istituzione della città unica prevede soltanto il referendum, che però è consultivo e non vincolante per la decisione del consiglio regionale. Per Idm l'esito del processo burocratico appare scontato e la ritiene una decisione «calata dall'alto», in netto contrasto con la democrazia. Per questo, si registrano la nascita di comitati spontanei che chiedono maggiore chiarezza sulla determinazione della città unica e un maggiore coinvolgimento di istituzioni e cittadini, ma soprattutto l'abrogazione del referendum consultivo per il quale il presidente Roberto Occhiuto ha già dato mandato di indizione.

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L'agorà a Scalea

La discussione sulla città unica passa anche da Scalea. A illustrare tutte le perplessità di Idm, c'era anche Orlandino Greco, nella doppia veste di fondatore del partito e sindaco rieletto della città di Castrolibero dal 2023. «Sono contro la confusione e contro un nuovo centralismo regionale pericoloso - dice ai nostri microfoni -. L'istituto della fusione è un istituto serio, che deve mettere al centro i cittadini. Oggi i cittadini non decidono nulla, non decidono i consigli comunali, non decidono i sindaci, decide uno sparato gruppo di consiglieri regionali che pensa di avere in mano il futuro delle comunità e dei territori. Così non va, così non sarà e lo dimostreremo in tutte le salse».

Il comitato di Rende

A Rende il comitato si era già organizzato un anno fa. «Temevamo che la Regione Calabria mettesse l'acceleratore su questa proposta di legge sulla fusione e così è stato - dice Francesca Cufone, segretaria cittadina Idm Rende -. Noi oggi vorremmo sensibilizzare le persone non solo dell'area urbana di Cosenza, ma di tutta la Calabria perché questo è un tema che oggi tocca a noi ma domani può riguardare qualsiasi altro Comune della regione. Vorremmo che la ultima parola spettasse al cittadino e non a chi ci governa».

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Il parere di CdS

Tra coloro che hanno preso parte al dibattito, c'è anche Achille Tenuta, tra i fondatori del neonato movimento politico “Centro destra Scalea”. «Io invece sono d'accordo sulla modifica della legge apportata dal consiglio regionale - dichiara -, con cui è stato precisato quale sia lo strumento con cui sentire le popolazioni interessate. Le fusioni dei Comuni, che sono auspicate e incentivate da tanti, sono previste dalla Costituzione e la Costituzione dice che decidono le Regioni. Però - conclude - penso che se al referendum consultivo vincerà il "no" dei cittadini, difficilmente si farà la fusione dei Comuni».