L’amministrazione di Luzzi ha fatto proseliti. Ed intercettato il consenso di altre 24 municipalità sulla proposta di indire un referendum per abrogare la parte della legge omnibus che ha estromesso i consigli comunali dal processo di impulso delle fusioni e che, di contro, mette questo potere in mano anche ad un singolo consigliere regionale, scavalcando così pure la volontà popolare. Già superata la soglia minima richiesta dallo Statuto della Calabria che prevede il referendum abrogativo su richiesta di almeno dieci comuni rappresentativi di centomila elettori. Ma c'è l'auspicio di raccogliere un numero ancora maggiore di adesioni.

Principio di sovranità e autodeterminazione

Si intende così ristabilire il principio della sovranità e dell’autodeterminazione dei consigli comunali, affermano i promotori dell’iniziativa, ed impedire che l’istituto della fusione possa essere utilizzato in maniera distorta come artifizio per sciogliere le amministrazioni, prerogativa questa, concessa unicamente al Presidente della Repubblica. Non si tratta tuttavia di un intervento a gamba tesa sulla costituzione della Grande Cosenza, il cui iter è ormai avviato nell’alveo delle norme attualmente in vigore. Nei prossimi giorni il presidente della Regione Roberto Occhiuto indicherà la data in cui i cittadini di Cosenza, Rende e Castrolibero saranno chiamati alle urne per esprimersi a favore oppure in senso contrario alla fusione.

Campagna elettorale per il sì

Nel 2016, da candidato a sindaco di Palazzo dei Bruzi, Carlo Guccione aveva scelto come nome per la propria coalizione di centrosinistra, appunto la Grande Cosenza. E la traiettoria dell’esponente democrat non ha cambiato direzione: «Io farò campagna elettorale per il sì» dice al nostro network. Com’è noto, dall’accordo tra il Pd e la maggioranza di centrodestra, è arrivato lo slittamento della data di scioglimento dei tre municipi interessati. Se il responso della consultazione popolare darà esito favorevole, i comuni di Cosenza, Rende e Castrolibero cesseranno di esistere il primo febbraio 2027. «Ci sarà quindi il tempo – dice Guccione - per avviare tutte quelle azioni necessarie a superare le difficoltà di integrazione burocratica degli enti, ma anche di ottenere dal Governo nazionale una serie di modifiche legislative che garantiscano maggior sostegno ai processi che comportano alla costituzione di città con oltre centomila abitanti. Perché un capoluogo di provincia non può avere dallo Stato, a margine di una fusione, i medesimi trasferimenti previsti per la costituzione di centri più piccoli, com’è stato per esempio per Casali del Manco. Così anche per quanto concerne le deroghe alle assunzioni. La nascita della Grande Cosenza deve essere accompagnata con più soldi e più personale».

Fusione è una necessità

Secondo il componente della direzione nazionale del partito Democratico «questa condizione può realizzarsi con un aggiornamento della normativa nazionale. La maggioranza di centrodestra alla Regione, quindi, può sollecitare la propria parte politica che in questa fase è al Governo, per fare in modo, anche con il nostro appoggio, che tale aggiornamento legislativo si realizzi, se vogliamo fare le cose seriamente. La Grande Cosenza è una necessità – sostiene Guccione – perché non dobbiamo dimenticare come nella provincia sia nata recentemente la terza città della Calabria, Corigliano-Rossano. Cosenza quindi non può rimanere con meno di sessantamila abitanti. Questa parte del territorio rischia di restare emarginata. I tempi sono maturi per portare a termine una operazione di rilancio amministrativo ed economico in grado di rimettere in moto la città capoluogo».