«In merito all’interrogazione presentata dal consigliere metropolitano Eduardo Lamberti Castronuovo in occasione dell’ultimo Consiglio metropolitano, preme evidenziare, nell’interesse di tutti e della trasparenza dell’Ente che ho l’onore di amministrare, che non vi è alcun conflitto d’interessi in capo al sottoscritto e non vi è stata nessuna violazione di norme. Se il consigliere avesse voluto qualche chiarimento, avrebbe potuto chiederlo in aula e non mi sarei sottratto ad un sereno confronto».


È quanto afferma Riccardo Mauro, Vicesindaco Città Metropolitana di Reggio Calabria, che replica a Eduardo Lamberti Castronuovo. Questi ha presentato un’interrogazione a risposta scritta per sapere come mai il vicesindaco, che in precedenza ha rivestito l’incarico di legale della Provincia, avesse ricevuto il pagamento di una parcella prima di altri avvocati in lista e prima della fine del procedimento in Corte d’Appello.



«Ho avuto degli incarichi professionali da parte dell’ente Provincia a partire dall’anno 2009, mai ho avuto incarichi da Enti pubblici da quando sono diventato consigliere comunale di Reggio Calabria, ottobre 2014. Ovviamente, per motivi deontologici e professionali, ho proseguito la mia attività professionale anche nel periodo di consiliatura presso il Comune, non sussistendo alcuna incompatibilità tra la mia professione e l’incarico politico.


In data 16 dicembre 2016, con l’approssimarsi dell’avvento della Città Metropolitana (avvenuto il 2 febbraio 2017) ho trasmesso formale pec – continua - al settore avvocatura dell’allora Amministrazione provinciale di Reggio Calabria che recitava testualmente: “rinuncio a tutti i mandati legali conferiti da codesto Ente provinciale nella qualità di difensore di fiducia per ragioni di opportunità che rendono doverosa tale decisione. Si anticipa, per i medesimi motivi di opportunità, il sollecito della liquidazione per l’attività legale svolta sino al dicembre del 2016, come per altro già richiestovi in diverse occasioni”.


A ciò seguiva elenco di alcune mie spettanze professionali, alcune delle quali molto datate, e maturate sino alla data del formale atto di rinuncia.


Per la parcella che mi viene contestata dal dott. Lamberti ho esaurito la mia attività professionale presso la Corte d’Appello di Reggio Calabria (R.G.App. 1043/15) in data 30 novembre 2016, con la discussione e il deposito delle conclusioni scritte e della relativa nota spese. Da quel momento, infatti, la mia attività professionale, relativa a quel procedimento in appello avverso alla sentenza di primo grado n°233/15, era conclusa e, pertanto, ho chiesto mi venissero corrisposte le spettanze professionali depositando presso gli uffici il verbale di udienza ove veniva dimostrata la mia discussione e il deposito delle conclusioni scritte.


Pertanto non sono mai stato in conflitto d’interessi con l’ente Città Metropolitana e alla data della mia rinuncia ai mandati, allorquando era ancora in vita l’ente Provincia, avevo esaurito la mia attività professionale, avendo depositato ed essendomi formalmente dimesso con la pec di cui sopra, e residuando esclusivamente la decisione in appello avverso la sentenza n°233/15.


Il consigliere Lamberti contesta altresì una presunta violazione dell’ordine cronologico dei pagamenti in quanto alcuni miei colleghi risulterebbero creditori dell’Ente per l’attività professionale espletata da una data molto anteriore rispetto alla procedura che contesta. Significo al consigliere che io stesso sono ancora a credito di competenze professionali molto più datate e che, devo presumere, la parcella in contestazione sia stata liquidata, a differenza delle altre del sottoscritto e di quella di molti altri colleghi, in quanto vi era la presenza di un formale atto d’impegno di spesa da parte dell’ente Provincia.


Onde evitare ulteriori ed inutili ricerche negli uffici – conclude - volte a screditare la mia persona, la mia dignità di uomo, di professionista e di politico, significo fin d’ora che circa dieci giorni fa ho formalmente depositato la richiesta di pagamento delle competenze di un procedimento del 2011 presso il Tar Calabria, sezione di Reggio Calabria, che ha visto l’ente Provincia uscire vittorioso dalla contesa giudiziaria e per la quale, dopo avere dedicato cinque anni della mia professione, ritengo doveroso richiedere, essendo la professione di avvocato la mia unica fonte di reddito non percependo nessuna indennità come vicesindaco della Città Metropolitana di Reggio Calabria, quanto mi spetta di diritto non essendomi mai trovato in alcuna situazione di incompatibilità».