VIDEO | Praticamente chiuso a livello nazionale l'accordo tra le due forze politiche che sostengono il Conte bis. Nella nostra Regione, però, a prescindere dai candidati civici in campo, i partiti sono in fibrillazione. Tra i grillini cresce la fronda legata alla presa di posizione di Dalila Nesci, mentre nel Pd Oliverio non molla la presa
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L’intesa tra M5S e Pd che Roma vuole imporre in Calabria rischia di spaccare entrambi i partiti. A prescindere dal nome del candidato civico che dovrebbe incarnarla. Pippo Callipo, Ferdinando Laghi e adesso l’ex prefetto di Vibo Giuseppe Gualtieri non convincono i dissidenti grillini e men che meno Mario Oliverio e i suoi che, barricati dentro la cittadella, non arretrano e annunciano già diverse liste pronte ad appoggiare la loro corsa in barba agli ordini di scuderia di Nicola Oddati e Stefano Graziano.
Nel Cinque Stelle l’anima dei rivoltosi si incarna nella deputata Dalila Nesci che ha lanciato la propria candidatura autonoma poi clamorosamente bocciata dal capo politico del Movimento Luigi Di Maio. Ma neanche il niet del ministro degli Esteri ha scalfito le convinzioni della Nesci che rimane in campo forte anche della fronda che nel movimento calabrese si sta aprendo per bocciare ogni accordo con il Pd facendo anche riferimento alle dure parole espresse a suo tempo da Nicola Morra.
Esiste un documento firmato già da 90 dissidenti che si rifiuta di aderire ad un accordo con il Pd e che insiste sulla necessità che il prossimo candidato governatore venga espresso dai Cinque Stelle. «Dopo dieci anni di attività sul territorio dovremmo essere in grado di farlo», il messaggio che la Nesci sta veicolando ai propri superiori per provare a stoppare l’intesa che ha dato vita all’attuale governo nazionale.
Ancora più tesa la situazione in casa Pd dove il governatore continua a brandire l’arma delle data delle elezioni e a veicolare anche il numero delle liste, per qualcuno sarebbero addirittura sei, che lo appoggerebbero a prescindere dalle decisioni del Pd. In realtà Mario Oliverio sa perfettamente che queste truppe di fedelissimi si squaglieranno come neve al sole nel momento in cui davvero il presidente della giunta dovesse chiamarsi fuori dal partito. Lo hanno dimostrato con una presa di posizione pubblica, negli scorsi giorni, due tra i consiglieri regionali più fedeli al politico cosentino. Michele Mirabello e Giuseppe Giudiceandrea pur non aderendo alla campagna contro il governatore messa in atto dai suoi tanti, troppi, nemici interni hanno spiegato che in ogni caso rimarranno dentro il Pd. Ragionamento che varrà a cascata anche per tutti gli amministratori locali fin qui rimasti al fianco di Oliverio.
Alla fine, dunque, l’accordo tra le due forze politiche che sostengono il governo Conte si farà anche in Calabria. Lo si è capito anche alla festa dems di Rimini dello scorso weekend dove i nomi di Callipo e Gualtieri hanno riscosso un certo gradimento e dove è chiaramente emerso come, a prescindere dai mal di pancia locali, a Roma l’intesa è già esistente.
Solo un tracollo in Umbria, prima Regione dove l’alleanza si misurerà alle urne per la prima volta, potrebbe rimettere tutto in discussione. E per molti Mario Oliverio potrebbe temporeggiare per la fissazione della data delle elezioni in Calabria fino al 27 ottobre prossimo quando, a seggi chiusi in Umbria, il quadro potrebbe essere più chiaro.