Una estate di fuoco, quella calabrese, con otto mila incendi dal 1 giugno al 28 agosto con un incremento del 70% rispetto agli anni precedenti. Una situazione eccezionale a cui si è cercato di rispondere col massimo delle possibilità.

 

«Eppure la legge 353 del 2000 ha istituito il “catasto delle aree percorse dal fuoco” sancendo un preciso obbligo in capo ai Comuni-aggiunge in una note l’assessore alla pianificazione territorialee urbanistica della regione Calabria- si tratta di uno strumento adeguato per monitorare e conoscere le dimensioni esatte dei danni causati dagli incendi; peraltro per la sua operatività sono disponibili diversi e qualificati aiuti, penso ad esempio al ruolo ed all’intervento dell’Unità per la Tutela Forestale, Ambientale e Agroalimentare dei Carabinieri o al sostegno tecnico reso disponibile dal Sistema Informativo della Montagna».

 

Molti comuni ne sono ancora sprovvisti o non lo aggiornano costantemente e ciò impedisce di valutare concretamente la situazione e di avere una visione di insieme delle conseguenza subite dall’ambiente. Governare il territorio, pianificarlo urbanisticamente, valutare presenza ed incidenza delle aree percorse dal fuoco rispetto agli agglomerati urbani sono impegni che non possono prescindere da una aggiornata mappatura degli incendi; solo con questi elementi è possibile predisporre ogni progetto ed azione conseguente ed efficace.

 

Conclude Rossi «Posso dire sin d’ora che chiederò al Presidente Oliverio – ad emergenza passata – l’istituzione di un vero e proprio gruppo di lavoro… Messi a disposizione tutti gli strumenti disponibili non sarebbe un’idea peregrina per gli anni a venire prevedere nell’assegnazione di contributi regionali,finalizzati al governo del territorio, alle infrastrutture ed all’ambiente, con l’esclusione di quei Comuni che non hanno o non aggiornano il Catasto degli incendi»