C’è grande fermento nel centrodestra catanzarese in cui l’asse formato da Mimmo Tallini, Sergio Abramo e Filippo Mancuso, per la candidatura di quest’ultimo al consiglio regionale, la "blindatura" dell’attuale sindaco di Catanzaro all’assessorato al Bilancio della Cittadella e il mantenimento dell’ex presidente dell’assise di Palazzo Campanella in una postazione di primo piano nello scenario politico cittadino e non solo, fa paura. Tale patto può infatti rivelarsi molto redditizio per i suoi sottoscrittori, ma di certo non entusiasmante per gli altri pezzi dello schieramento interessati ad esempio a mettere all’angolo Tallini e, soprattutto, a comporre il complicato puzzle dei posti in lista per le imminenti Regionali. Non l’unico mosaico da comporre, però.

Perché a legarsi a questo filone, per così dire, c’è quello relativo alle più lontane amministrative. Elezioni in cui non sarà più candidabile per limite di mandati consecutivi raggiunto Abramo. Circostanza che ha aperto una corsa alla successione in cui si annida l’alto rischio dell’ennesima guerra fratricida in seno alla coalizione. Che già un anno e mezzo fa si divise per l’investitura ad aspirante governatore. Una frattura che non è stata sanata. Mai. Tanto da ricomparire in tutta la sua profondità adesso. E se impazza il toto-nomi per l’ambita successione, vuol dire che l’unità del centrodestra catanzarese è ancora molto lontana. Solo che, senza coesione, i tempi futuri si annunciano tutt’altro che sereni. Prova ne sia, il tam-tam sulla mancata adesione al progetto di candidatura del presidente dell’assemblea municipale Marco Polimeni. Uno che sogna di fare il sindaco da tempo immemore. Solo che, se continuano a spuntare ipotesi come quella del suo nume tutelare Baldo Esposito (indiscrezione a nostro avviso dubbia, anche se possibile in una logica più ampia) o del presidente dell’ordine degli avvocati del capoluogo Antonello Talerico, significa come la questione sia aperta con tutto quanto ne consegue in termini politici.

Comunque sia, la prima notizia è che si stanno già susseguendo incontri e riunioni informali sebbene manchino quattro mesi e mezzo al rinnovo della presidenza della Regione e dell’intero Consiglio. Già lo stesso consesso per cui nella circoscrizione centro, come si dice in questi casi, la "papera non galleggia". I nuovi assetti prevedono infatti la presenza nelle liste del centrodestra di qualche figura di spicco non facente parte dei soliti giri. Un denominatore comune in tutti i maggiori partiti della compagine a trazione forzista (considerato come in Calabria a guidare gli altri soggetti politici dello schieramento sarà proprio Forza Italia). Un dato non certo secondario, che ha fatto come premesso entrare nel ragionamento, anche la delicata faccenda delle amministrative.

Una maniera per riempire qualche casella, calmando così i bollenti spiriti di chi si sente improvvisamente emarginato sebbene possa mettere molti argomenti a suo favore sul tavolo. Lo diciamo, tuttavia, sempre politicamente parlando, s’intende. Al di là di ogni considerazione, però, parliamo di gente che pensava di potersi ritagliare uno spazio importante, un posto al sole in sostanza. Una strada comoda, anzi una corsia preferenziale che portava dritto a un seggio a Palazzo Campanella o - in subordine - a qualche funzione di primo piano nelle stanze del Municipio. E “tu chiamale, se vuoi… certezze che iniziano a vacillare”.