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Il ricorso di Wanda Ferro per entrare in Consiglio regionale provoca un ulteriore scontro tra le file di Forza Italia. Ieri il consigliere Tallini, sostenuto da Caputo, ha attaccato Oliverio che avrebbe schierato la Regione contro il ricorso di Wanda Ferro, che attende la decisione del Tar. Dichiarazioni che hanno fatto infuriare Ennio Morrone, il consigliere forzista che dovrebbe lasciare il posto alla Ferro.
“Osservando la verve con cui Geppino Caputo punta il dito sulla nuova legge elettorale e al contempo invoca l’intervento delle autorità inquirenti, mi viene da domandare perché l’ex collega di partito si ricordi di obiettare solo a distanza di diversi mesi dal varo del testo il cui relatore era l’allora Presidente del Consiglio Franco Talarico, nonché dall’espletarsi delle elezioni stesse e susseguenti polemiche ingeneratesi – dichiara Morrone – se ne accorge solo adesso? Non ha forse avuto modo di leggere la relativa documentazione di cui sono stati destinatari tutti i consiglieri regionali durante il consiglio nel quale si è approvata la variazione della legge? O forse è più semplicemente un banale e strumentale tentativo di influenzare le decisioni del Tar?”.
“Allo stesso modo – continua il consigliere cosentino – destano più di qualche perplessità le dichiarazioni del collega Domenico Tallini che va dicendo, non si sa a che titolo, in diverse sedi, istituzionali e non, alla presenza di molti testimoni, che la dottoressa Ferro a giorni mi subentrerà: Tallini prevede la sentenza del Tar o è a conoscenza di cose che tutti gli altri ignorano? Qualora abbia nutrito dubbi sulla bontà della legge elettorale perché non li ha manifestati in tempo utile alla candidata di allora Wanda Ferro? Avrebbe potuto suggerirle di capeggiare la lista di Forza Italia nella circoscrizione centro e contestualmente candidarsi a governatore, così come fatto dall’avvocato Cantelmi rappresentate dei Cinque stelle”.
“Al di là di ogni sterile speculazione - conclude Morrone- la ratio, giusta o sbagliata che sia, che ha mosso la nuova legge elettorale è stata quella di tener conto del fatto che se prima, col voto disgiunto, il candidato governatore raccoglieva preferenze quasi esclusivamente a lui destinate, ora con il nuovo dispositivo di legge, non essendoci più tale possibilità per l’elettore, il candidato governatore raccoglie quasi esclusivamente voti derivati dalle preferenze date ai consiglieri e ai partiti”.