«I problemi che Calabria Verde si trova a dover affrontare sono gravi e potenzialmente dirompenti. Non sarà sufficiente, però, limitarsi ai pur necessari interventi interni all’azienda. Se davvero si vorrà voltare pagina nella politica ambientale regionale, si dovrà mettere in campo una visione più ampia, che sappia incidere realmente sulle criticità delle aree interne e montane: il progetto di legge TerraFerma, messo a disposizione da parte del Pd, può essere il passo per aprire una nuova strada».

È quanto dichiara il capogruppo Partito democratico in Consiglio regionale Mimmo Bevacqua, all’indomani delle parole dell’assessore regionale ad Agricoltura e Foreste, Gianluca Gallo, che ha relazionato sul Piano attuativo di settore in una seduta congiunta ad hoc della Sesta Commissione e della Commissione Anti ‘ndrangheta, sottolineando come Calabria Verde, da sei anni commissariata e da almeno tre senza approvazione dei bilanci, abbia bisogno di ulteriori 1500 assunzioni.

«Calabria Verde, azienda di 4 mila dipendenti, - prosegue Bevacqua - non ha approvato i conti consuntivi degli ultimi tre anni e i bilanci di previsione di 2021 e 2022; non liquida da due anni i trattamenti di fine rapporto; non è destinataria di alcuna previsione di investimento attraverso i fondi del Pnrr; è priva di una formale e regolare organizzazione gestionale. Ancor più grave è il fatto che la regione inserisca nei suoi bilanci consolidati dati di Calabria Verde non ufficiali. Tutto pare sospeso e incagliato in un Ente che dovrebbe essere centrale nella tutela del patrimonio forestale e del territorio montano nel suo complesso».

Alla denuncia, Bevacqua unisce la proposta: «Il Pd crede nella possibilità di questa centralità e, proprio per questo, ne ha fatto uno dei punti essenziali della proposta normativa “TerraFerma”, mirata alla tutela del patrimonio boschivo, alla prevenzione del rischio idrogeologico e alla sostenibilità della presenza dell’uomo nei territori montani. È, infatti, a Calabria Verde che il progetto intende affidare la formazione preliminare di circa 10mila giovani e disoccupati di lunga durata da destinare poi alle azioni di recupero e valorizzazione del patrimonio forestale pubblico e privato e di aree di particolare interesse ambientale a rischio dissesto idrogeologico. Il percorso vede il successivo sostegno per consentire loro la costituzione di cooperative specificamente dedicate e il finanziamento di progetti integrati per aree omogenee, proposti dagli enti locali anche in forma associativa».   

Il capogruppo del Pd sottolinea come il governo regionale sia a conoscenza del fatto che i tempi sono ristretti ma che sono anche quelli giusti per intercettare le risorse europee. «Se davvero si vuole, si può: risanare e riorganizzare l’azienda fuori da ogni logica clientelare; applicare con puntualità la legge sugli incendi boschivi; mettere a sistema due potenzialità della regione, finora considerate due emergenze e che invece potrebbero diventare occasioni di crescita e sviluppo, quali la forza lavoro giovanile e di lunga disoccupazione e il patrimonio montagna-bosco. Noi – conclude Bevacqua – abbiamo posto sul tavolo proposte serie, sperando che non restino inascoltate».