Il leader di Azione spiega di non essere interessato alle alleanze nella logica del vecchio bipolarismo ma di voler ragionare nel merito delle cose da fare. E critica il tentativo di Meloni di avere un rapporto esclusivo con Trump
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Il centro come luogo politico del merito. Questa l'impostazione di Azione di Carlo Calenda, tra gli ospiti di Perfidia. Intervistato da Antonella Grippo negli studi di viaCondotti21 a Roma, con il supporto di tre provocazioni dell'avvocato Antonia Postorivo, il leader di Azione si è detto molto preoccupato per la situazione del Paese e soprattutto per la risposta della politica italiana (rivedi qui la puntata).
L'intervista ha infatti preso le mosse dal caso Almasri. Calenda ha definito ipocrita e inutile il dibattito che da dieci giorni impazza sui giornali sia perché tutti i governi degli ultimi tempi hanno dovuto avere relazioni con la Libia e la sua classe dirigente discutibile sia perché il Governo piuttosto che ammettere questa evidente circostanza si è difeso parlando di equivoci burocratici che alla prova dei fatti si sono rilevati paradossali.
L'ex ministro allora dice che i partiti dovrebbero alzare il livello del confronto sui problemi economici del Paese. L'Italia vive una delle sue più grosse crisi dal '45 in poi . Il costo dell'energia è altissimo, il doppio che in Francia; la Ue è divisa al suo interno; Trump minaccia dazi che potrebbe mettere in ginocchio l’economia.
Calenda ha ricordato che l'Italia ha un export di 65 miliardi verso gli Usa e che ha i principali acquirenti in Germania e Francia. Se vanno in crisi quest'ultimi e se gli Usa metteranno i dazi, la situazione si farà più che complicata. Per questo Azione non condivide la politica di Meloni di un rapporto privilegiato con Trump , perché l'Ue è uno spazio doganale unico e il tycoon, se dovesse decidere di mettere i dazi, lo farà per tutta l'Europa non solo per alcuni paesi.
Di fronte a questa situazione Azione ha le sue ricette ed è pronta a metterle in campo con chiunque le condivida. Non a caso in Calabria governa con il centrodestra, ma altrove ha fatto accordi col Pd. Le analogie con i forzisti sono forti sul nucleare, sulla giustizia, su altri temi. Ma ce ne sono anche con il Pd su temi come il salario minimo.
Insomma la crisi economica imporrebbe di uscire fuori dal vecchio bipolarismo e ragionare nel merito delle cose da fare. Prima che sia troppo tardi. In questo senso anche la suggestione del Centro è solo un escamotage di posizionamento che la gente non comprende. Quello che cercano gli italiani, ha concluso Calenda, è un voto di rassicurazione e competenza.