«No, Jole no»: gli Occhiuto si sentono traditi. Rompono con Santelli e minacciano la scissione

Forzisti nel caos dopo la designazione della coordinatrice alla guida della coalizione. I due fratelli cosentini pronti a lasciare Berlusconi per una corsa solitaria alle elezioni. Il sindaco di Cosenza riunisce il suo gabinetto di guerra

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di Pietro Bellantoni
7 dicembre 2019
14:11
Mario Occhiuto e Jole Santelli
Mario Occhiuto e Jole Santelli

Forza Italia è una polveriera. A meno di 24 ore dalla riunione tra i leader del centrodestra, che avrebbero trovato un accordo di massima su Jole Santelli, la cui candidatura alla presidenza non è però stata ancora ufficializzata, tra gli azzurri è scoppiato un caos senza precedenti.

Stavolta si tratta di una faida nella faida, perché la possibile discesa in campo della coordinatrice regionale, oltre a scatenare le proteste dei forzisti mai allineati alla Santelli, sta provocando una frattura all'interno di quel gruppo cosentino che, finora, ha sempre tenuto le redini del partito, di fatto escludendo tutti gli altri.


Contrariamente a quanto si sarebbe potuto pensare, la designazione di Santelli è risultata molto più che indigesta soprattutto ai due fratelli Mario e Roberto Occhiuto, che pure con la deputata vantano una (apparentemente) solida amicizia e una lunga collaborazione al Comune di Cosenza, dove è vicesindaco, e in Parlamento.

Scissione

Le notizie arrivate da Arcore al termine del confronto tra Berlusconi, Salvini e Meloni hanno letteralmente mandato fuori dalla grazia di Dio gli Occhiuto, che ora accusano Santelli di aver tirato un colpo basso e si preparano a una corsa solitaria alle Regionali.

Il risultato non sarebbe difficile da immaginare: centrodestra diviso e vittoria finale (che oggi sembra abbondantemente alla portata) a rischio. I telefoni degli azzurri, in queste ore, sono roventi. Roberto Occhiuto, a Roma, avrebbe già avvisato i vertici del suo partito: «Se candidate Jole, noi lasciamo Forza Italia e spacchiamo il centrodestra».

Non meno concitate le discussioni in Calabria, dove a guidare la ribellione è Mario Occhiuto in persona, che all'ora di pranzo di oggi ha convocato un gabinetto di guerra a Palazzo dei Bruzi con tutti i suoi fedelissimi. E infatti sui social e nelle chat, in queste ultime ore, diversi occhiutani stanno serrando i ranghi e si preparano alla marcia autonoma nel caso in cui Santelli dovesse davvero spuntarla.

Il piano

Il piano, in questo caso, sarebbe abbastanza lineare: gli Occhiuto direbbero addio a Berlusconi e a tutto il centrodestra (compreso l'odiato Salvini, ritenuto il principale responsabile del fallimento dei loro progetti) per presentarsi alle elezioni del 26 gennaio alla testa di una coalizione civica, con Mario candidato governatore.

Nessuno sa dire, al momento, se esistano o meno i margini per una trattativa o una tregua. Di certo c'è che una delle maggiori preoccupazioni di Berlusconi è quella di tenere unito un partito che, anche alla luce di sondaggi poco confortanti, rischia seriamente di implodere e scomparire.

Mai come ora, infatti, Fi è costretta a fare i conti con tantissimi focolai di rivolta che illuminano la Calabria da nord a sud. La scelta di Santelli, nello specifico, è vissuta da dirigenti e tesserati come frutto della classica operazione di palazzo che non trova consenso né adesione nei territori.

Quello che però Berlusconi non poteva minimamente immaginare è che i guai maggiori venissero proprio dal gruppo cosentino. Santelli e gli Occhiuto sembravano una cosa sola. E invece non è così. L'ufficializzazione dei candidati del centrodestra in tutte le regioni al voto dovrebbe avvenire a breve. Ma, alla luce di quanto sta avvenendo, non è detto che il nome di Santelli resisterà.

bellantoni@lactv.it

Giornalista
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