VIDEO | L'esponente dell'opposizione e l’assessore all’Agricoltura sono intervenuti al talk di Antonella Grippo. Tra gli ospiti anche il governatore della Puglia Michele Emiliano, Gianfranco Rotondi (Fdi) e il matematico Piergiorgio Odifreddi (ASCOLTA L'AUDIO)
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L’ossessione del consenso a fronte del mancato coraggio della politica di essere impopolare con scelte si può configurare come una «patologia»? Se lo è chiesto Antonella Grippo nel corso della puntata di Perfidia andata in onda ieri sera, dal titolo “È la politica, bellezza!”.
Ospiti del talk più incandescente del piccolo schermo il presidente democrat della Regione Puglia, Michele Emiliano, Gianfranco Rotondi eletto nelle fila di Fratelli d’Italia e a capo di “Verde e popolare”, il matematico Piergiorgio Odifreddi, la leader dell’opposizione del centrosinistra del fu campo largo, Amalia Bruni, oggi alla guida del gruppo misto a Palazzo Campanella, e l’assessore regionale azzurro all’Agricoltura, campione di preferenze elettorali, Gianluca Gallo.
Odifreddi: «La democrazia è più una parola che un fatto»
Il matematico Piergiorgio Odifreddi, il primo degli ospiti collegati con Perfidia, non sfugge alla richiesta di offrire alla platea del talk una “perfidia” che decide di indirizzare al governo Meloni: «La perfidia peggiore credo che gliel’abbiano fatta gli elettori mandandola a governare, perché in queste situazioni politiche, interne ed estere, non è un piacere. E poi soprattutto il sogno di governare è sempre il sogno degli ingenui: perché poi uno scopre, quando arriva lì, che deve fare quello che facevano anche gli altri e nello stesso modo».
Prendendo spunto dal libro “La democrazia non esiste”, Odifreddi argomenta che al di là del fatto che potrebbe sembrare una provocazione, in realtà quello è l’enunciato di un teorema dimostrato nel 1951 da Kenneth Arrow, premio Nobel per l’economia, che ha fatto «un esercizio di filosofia applicata alla matematica e viceversa. Noi abbiamo troppe aspettative dalla democrazia. Bisogna lasciarne cadere qualcuna e lì è nata la teoria delle scelte sociali».
Insomma la democrazia «è più una parola che un fatto»: «Meloni ha la maggioranza nei due rami del parlamento, ma è stata votata solo dal 25% degli elettori. Significa, ed aveva ragione Burke, che in realtà la democrazia è la dittatura di una maggioranza, ma qui è diventata ormai una dittatura tout cure della minoranza».
L’astensionismo registrato nelle ultime tornate elettorali per Bruni «è il problema reale, ma è legato anche di mancanza di una capacità propositiva degli italiani». Per Gallo invece «la democrazia ancora esiste», la maggior parte degli elettori va a votare perché pensa di poter cambiare le cose, ma sui processi e sulle scelte incombe il potere economico finanziario.
Rispetto alle opposizioni, invece, Odifreddi fa capire come la pensa con un semplice: «Ma c’è ancora il Pd?».
Bruni: «La pista di ghiaccio l’avrei fatta sullo Stretto»
Amalia Bruni «essendo una totale neofita della politica» giura di non aver ancora assunto l’incubo del consenso. «Ho sempre ritenuto che fosse corretto mettersi in gioco per la comunità per aiutare la collettività a risolvere i tantissimi problemi. Il consenso poi viene di conseguenza, se aiuti questo processo. Ci sono dei dati oggettivi, e se ci sono il consenso è consequenziale».
Rispetto alla questione della pista di pattinaggio di fronte la Stazione ferroviaria di Milano che sa tanto di operazione spot, per Bruni «il turismo ha necessità di una serie di strumenti di comunicazione importanti. La pista l’avrei collocata di fronte allo Stretto, vicino ai Bronzi che celebrano il cinquantesimo dal ritrovamento. Insomma l’avrei fatto in Calabria perché avrebbe potuto richiamare questa presenza turistica, invece abbiamo fatto un piacere agli amici lombardi».
Stuzzicata da Antonella Grippo che gioca sulla professione di Amalia Bruni, quest’ultima dice che la “patologia” di cui è affetto l’ex assessore Orsomarso è quella di «volersi mettere in mostra, qualcosa che rischia di non avere un corrispettivo. Un’asimmetria inutile».
Ma se l’argomento resta la ricerca del consenso, il giudizio sul presidente Roberto Occhiuto non è molto dissimile da quello su Orsomarso: «Secondo me questa modalità è esagerata. Ho la sensazione che questa sua voglia di comunicare che per certi versi è corretta, dovrebbe però poi corrispondere ad una comunicazione di fatti già avvenuti e non solo di proposizioni. Il problema è che siamo ancora sulle proposizioni: faremo, diremo, organizziamo… A distanza di un anno, in tanti campi, non abbiamo visto nulla di concreto. Questa storia della sanità continua ad annaspare in maniera veramente seria e allora io se fossi stata al suo posto certamente non avrei potuto mettere a posto in un anno il macello del comparto della sanità, e questo è evidente, però forse avrei trovato strumenti di condivisione che il nostro presidente richiede dopo che lui ha già fatto delle scelte».
Gallo: «Sono l’alleato più importante del presidente»
Da parte sua l’assessore all’Agricoltura Gianluca Gallo (circa 21.800 voti alle ultime regionali) premette di non essersi liberamente candidato alle politiche di settembre scorso, per via dell’impegno assunto un anno fa con i calabresi. «Faccio politica per fare le cose». Gallo sottolinea di essere uno degli alleati più importante del presidente, perché «sono leale per principio, serio nell’azione amministrativa, e riconosco al presidente il ruolo e non ho velleità diverse. Peraltro faccio un lavoro che mi piace».
Gallo confida comunque che ad agosto ha riflettuto sull’ipotesi di candidarsi: «Tanta gente mi ha chiesto di non farlo. Il presidente poi mi ha detto testualmente “cosa vuoi fare?”, io gli ho detto “tu che dici?” e lui mi ha risposto “mi servi qua”».
A proposito di Occhiuto, poi, Gallo ha parole al miele: «Abbiamo un presidente che è molto bravo e che ha imparato a fare il presidente e a fare amministrazione, e non è semplice, perché veniva da un’esperienza in parlamento, che ha una dimensione nazionale. Poi, sta dimostrando come l’immagine della Regione possa essere recuperata anche a livello nazionale attraverso le istituzioni. E poi c’è una squadra che lavora e fa bene».
Opposizione divisa? Si, no… forse
Quando Antonella Grippo chiede conto di un’opposizione apparsa per lo più divisa nè Gallo, nè Bruni, la contraddicono. «Ma in questi ultimi Consiglio – aggiunge l’assessore all’agricoltura – stanno materializzandosi come opposizione. È giusto che sia così, guai se non ci fosse l’opposizione». Bruni ribatte che i frantumi si stanno palesando anche nei ranghi della maggioranza: «Così, riusciamo a trovare degli spazi». Per la leader dell’opposizione gli sfilacciamenti si sono visti con la questione del “consigliere supplente”, e con la proposta di modifica della legge sulla disciplina delle sale da gioco: «Credo che ognuno di loro – sottolinea Bruni – abbia una visione e che questa visione non riesca ad essere omogenea e per noi è un grande vantaggio».
Rispetto allo schieramento a cui appartiene, Bruni sostiene che «l’opposizione l’ho sempre pensata come la costruzione di una squadra. Ci vuole tempo e pazienza. Bisogna conoscere le persone e dopo si materializza. E quindi questo cammino, dopo un anno, comincia a nascere e a materializzarsi».
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