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"L'appuntamento in Consiglio Regionale di martedì prossimo per l'approvazione del bilancio di previsione 2015 e del pluriennale 2015/2017 rappresenta uno dei momenti determinanti per il futuro dei calabresi e soprattutto, se tutto avrà i contorni della chiarezza, potrà servire a comprendere in quale direzione e con quali venti a favore o contrari il centrosinistra a guida Mario Oliverio intenda condurre la nave Calabria verso un porto di tranquillità. Purtroppo l'immobilismo del centrosinistra che governa la regione non consente di prevedere se all'interno del bilancio saranno affrontati problemi ai quali pare che tutti si siano adeguati, dalla chiusura della Fondazione Campanella, ai guai dell'aeroporto di Crotone, al dissesto idrogeologico, alla disoccupazione ed alle saracinesche chiuse di decine di attività produttive del territorio, al tragico epilogo di una storia secolare come quella delle province calabresi. Qualcuno, all'interno della maggioranza di governo, già mette le mani avanti e parla di "bilancio ingessato", quindi nulla lascia prevedere un colpo di genio o di fantasia amministrativa; purtroppo la fantasia si riscontra in negativo nelle affermazioni dell'assessore Vincenzo Ciconte che definisce "somme che dovranno diventare esigibili" parlando dei debiti dei comuni calabresi ai quali pare che la Regione si appresti a dare il colpo di grazia. Un bilancio ingessato, ma comunque diretto a dare il colpo di grazia ai comuni, mandandoli in dissesto, a distruggere le province e soprattutto a non garantire molti servizi essenziali ai cittadini. Si rischia così un'emergenza sociale senza precedenti in una situazione di crisi economica della quale pare nessuno voglia farsi carico. Il bilancio è un momento decisivo per il futuro di una regione: occorrerebbero impegno e fantasia, anche per introdurre nuove occasioni di lavoro, e non semplicemente per fare tagli continui alle politiche sociali oggi ridotte pare a soli 30 milioni destinati. Con leggi e leggine non si dovrebbe sempre e soltanto pensare alle nomine di comitati e consulte, ma rivolgere attenzione alle categorie meno protette, come a quel popolo delle partite iva dimenticato da tutti che rappresenta oggi, specie per i più giovani, una forma di precariato insostenibile: si potrebbe ad esempio adottare un regolamento per il quale tutti i professionisti incaricati dalla regione (e dagli enti locali con fondi della regione) abbiano modo di avvalersi di una collaborazione inmisura percentuale da colleghi sotto una certa soglia di reddito, garantendo la sopravvivenza a tanti ingegneri, architetti, geologi, avvocati, commercialisti etc. con una sorta di redistribuzione del reddito a costo zero per la pubblica amministrazione. Si potrebbero definire tre o quattro direzioni di intervento (agricoltura? turismo?...) per dare un'indicazione a potenziali investitori oppure a chi è alla disperata ricerca di un lavoro. Si potrebbe fare la voce grossa nei confronti di un governo nazionale che considera la Calabria soltanto come l'occasione di passerelle elettorali. Invece diventa ancora più preoccupante che l'assessore Ciconte, di fronte alla commissione Bilancio, possa candidamente ammettere che "la Regione incontra difficoltà ad approvare il Bilancio", mentre siamo oltre la metà di aprile continuando ad operare in dodicesimi. In campagna elettorale avevo preventivato le difficoltà che avrebbe avuto Oliverio ad amministrare: troppo legate le mani da veti incrociati e dalla necessità di soddisfare le pretese dei cespugli della coalizione, una previsione che oggi sembra rosea rispetto alla paralisi del governo regionale e ad una giunta monca, priva di impeto e fantasia, che sembra seduta sul ponte a suonare mentre la nave affonda".