L’esponente dem critico: «Il Consiglio torni ad essere il luogo atto alla discussione e al confronto e non meramente il passacarte dell'esecutivo regionale»
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«Appena qualche giorno fa eravamo tornati in Consiglio regionale per modificare, per la terza volta, il provvedimento di istituzione dell'Autorità idrica per recepire i rilievi dell'Anac. Come gruppo del Pd avevamo messo in evidenza la mancanza, da parte di questo centrodestra, della capacità di individuare un percorso legislativo razionale ed efficace, con un livello di approssimazione inaccettabile». Ad affermarlo è il capogruppo del Pd in Consiglio regionale Mimmo Bevacqua, intervenendo dopo l'annuncio del governatore Occhiuto sull'avanzamento del percorso che dovrebbe portare alla costruzione di una multiutility che gestisca rifiuti e risorse idriche insieme.
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La multiutility e il ruolo di Sorical
«In realtà si tratta ancora di un annuncio vuoto – ha detto ancora Bevacqua – in quanto si tratta soltanto di un decreto del commissario straordinario Bruno Gualtieri che individua formalmente in Sorical il soggetto Gestore unico. Prima di concludere l'iter, insomma, ancora ci sarà molta strada da percorrere. Non è ben chiaro infatti come e in che forme avverrà il passaggio delle quote societarie da Sorical ai Comuni. Fra l’altro il trasferimento del 40% delle azioni sembra non garantire il controllo analogo che la legge affida ai sindaci. Non si comprende, poi, come avverrà da parte di Sorical l’acquisizione di tutto il segmento della depurazione, così come dubbi operativi insistono sull’ipotesi di una riscossione affidata a Sorical non si capisce se in house o attraverso una concessionaria esterna, per non parlare dei debiti ereditati da sorical dei quali sikenzio assoluto».
Bevacqua: «Il consiglio torni ad essere luogo di discussione»
«Ma, oltre aile solita “annuncite”, si conferma un atteggiamento della giunta regionale che non è più accettabile. Dall'inizio della legislatura chiediamo che vengano rispettate le prerogative e i compiti del Consiglio regionale che, invece, vengono puntualmente calpestate. Su temi così importanti serve un diverso tipo di concertazione e coinvolgimento, altrimenti il rischio è quello di andare avanti in maniera confusa e di dovere continuamente tornare indietro per procedere a continui aggiustamenti delle proposte di legge e dei provvedimenti successivi. Il Pd chiede, ancora una volta, che il Consiglio torni ad essere il luogo atto alla discussione e al confronto e non meramente il passacarte dell'esecutivo regionale. Ma il discorso è anche più ampio. Una simile “rivoluzione” non può avvenire a freddo ovvero senza un preventivo coinvolgimento dei sindaci o dei loro organi di rappresentanza. Anche in questo caso, come è stato per i rifiuti, i primi cittadini che hanno competenza sulla materia sono stati messi di fronte al fatto compiuto alla faccia della concertazione».