L’esponente dem: «I ritardi non vengono recuperati. Il governo regionale si assuma le proprie responsabilità e provi a cambiare marcia»
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Il capogruppo del Pd in Consiglio regionale, Mimmo Bevacqua interviene a seguito della pubblicazione del report Bakitalia sull’economia calabrese. In particolare, l’esponente dem sottolinea: «I dati illustrati dal direttore Malamisura di Banca d’Italia regalano un’istantanea per nulla incoraggiante che dovrebbe interrogare fortemente il governo di centrodestra. Specialmente dopo la relazione della Corte dei Conti che ha messo in rilevo criticità consistenti nella gestione dei conti pubblici».
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Il consigliere regionale rimarca: «Secondo Banca d’Italia in Calabria frena la crescita, la disoccupazione aumenta e il turismo non è riuscito a ritornare neanche ai livelli, già insufficienti, che si registravano nel periodo pre Covid. Neanche sull’investimento delle risorse contenute all’interno del Pnrr si registrano particolari avanzamenti e, anzi, i ritardi non vengono in alcun modo recuperati. Dopo due anni di legislatura, seguiti a una precedente amministrazione di centrodestra, sarebbe opportuno che il governo regionale in carica si assumesse le proprie responsabilità provando a cambiare marcia per risalire la china».
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«Servirebbe mettere mano subito a un piano straordinario per il lavoro, che proprio nel comparto del turismo potrebbe avere un ampio bacino da sfruttare, ponendo con forza sul tavolo del governo nazionale la vertenza Calabria che il governatore ha ormai completamente perso di vista. Come gruppo del Pd siamo disponibili, fin da oggi, ad avviare una discussione sul tema coinvolgendo le rappresentanze sindacali, del mondo del lavoro e dell’Università per fare in modo che si possa arrivare a investimenti concreti per la nostra Regione. Occorre intervenire in fretta producendo il massimo sforzo idoneo a bloccare il progetto di autonomia differenziata che ha in mente la Lega. Una proposta che, per come rilevato dalla Corte dei Conti, aumenterebbe i divari fra il Nord e il Sud del Paese relegando definitivamente ai margini la nostra Regione».