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«Nel Sud in generale e anche in Calabria dove problemi sono gli stessi dell’Italia ma a dosi doppi, ci vogliono le stesse risposte ma a dosi doppie. Qui si deve fare di più ma senza un cambio di passo lì è tutto più difficile».
Laconico e diretto, senza entrare troppo nel merito, Pierluigi Bersani, cofondatore di Mdp Articolo 1, rilancia la sfida sulla Calabria ai poteri forti, a Roma, lì dove tutto si decide, specie in queste ore. Il suo tour calabrese è iniziato stamattina da Lamezia Terme, dalla sede di UnionCamere dove ha ascoltato le associazioni di categoria. Ore e giorni frenetici questi, in cui il nodo da sciogliere dopo la grande batosta delle elezioni siciliane è quello di capire se ci sono i margini per ricostruire il Pd.
Ieri l’appello di Pisapia ad un unione del centrosinistra, ma Bersani risponde così: «L’unione piace a tutti ma non basta, ci vogliono contenuti nuovi. Se non spieghiamo alla gente come trovare lavoro, come sconfiggere la precarietà, se non diciamo alla gente che abbiamo 23 miliardi sul Jobs Act per sconfiggere la precarietà e abbiamo il record storico della precarietà…». Vorrebbe un'ammissione di colpevolezza il leader. Lo ammette candidamente a chi gli chiede che cosa vorrebbe dalla direzione del Pd: «Vorrei si alzassero e dicessero che hanno sbagliato».
Questo pomeriggio il leader taglierà, assieme al Presidente della Commissione speciale contro la ‘ndrangheta in Calabria, Arturo Bova, il nastro della nuova sede del partito a Catanzaro proseguendo poi a Reggio Calabria con l’incontro “C’è una sinistra da ricostruire ed un paese da cambiare”.
Tiziana Bagnato