Il consigliere regionale che condivide con Francesco De Nisi l'adesione al partito di Calenda rimarca la scelta di stare in maggioranza: «Siamo in contatto con più di un collega così da costituire il nostro gruppo»
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Giuseppe Graziano e Francesco De Nisi il 30 gennaio dissero sì a Carlo Calenda entrando a far parte di Azione diventando i punti di riferimento del partito in consiglio regionale. Sembra passato remoto, perché quelli erano i tempi in cui era già stata comunicata la data delle nozze con Italia Viva, bloccata la chiesa e organizzato il ricevimento. Prima che la fusione andasse a farsi benedire per l’incompatibilità caratteriale dei rispettivi frontman, il senatore Marco Lombardo è stato nominato commissario di Azione in Calabria e affiancato proprio dai Graziano e De Nisi. Gli strascichi e gli echi nazionali della rottura con Renzi, però, trovano nei monti del Pollino una barriera invalicabile. I calendiani continuano a strutturarsi, a nutrire forti ambizioni e a tessere le basi per nuovi ingressi nella struttura che man mano va definendosi.
Generale Graziano, la presidente del suo partito, Mara Carfagna, ha detto di essere stata scettica fin dall’inizio sulla creazione del Terzo Polo.
«Ho letto la sua intervista su Repubblica, ma io sono nel partito da due mesi e mezzo e non spetta a me commentare. La presidente è da tempo che incontrava la delegazione di Italia Viva e probabilmente aveva maturato a monte la sensazione di cui ha parlato».
Lei e De Nisi avete creato un unicum sostenendo, da neo-calendiani, il centrodestra o avete tracciato una rotta?
«Nessuna rotta tracciata. Noi eravamo già organici a questa maggioranza, eletti a sostegno di Roberto Occhiuto alla guida di schieramenti moderati. Azione è un partito di centro e il nostro appoggio non verrà meno. È stato ribadito anche durante l’incontro cordiale di una decina di giorni fa tra il Governatore e Mara Carfagna avvenuto alla nostra presenza».
Lavorate ad un terzo nome in consiglio regionale per formare il gruppo di Azione?
«Sì, siamo in contatto con più di un consigliere così da costituirci: questo lo posso svelare, sebbene senza confermare o smentire nomi. Ma sia chiara una cosa: il nostro gruppo sosterrà la maggioranza di centrodestra».
Ad Udine ciò che rimane del Terzo Polo, il Pd e il M5S hanno consegnato la città ad un sindaco di centrosinistra. Non crede che questo vestito da “ago della bilancia” annulli qualsiasi possibilità di autosufficienza del suo partito?
«Il neo eletto sindaco di Udine ha chiarito subito che la sua era una candidatura civica e che questo aspetto ha favorito il risultato poi sancito dalle urne. Quindi è il progetto di Felice De Toni ad essere risultato vincente al netto delle alleanze e dei campi larghi».
Ha sentito Magorno dopo la rottura tra Renzi e Calenda?
«No. L’ho chiamato quando abbiamo aderito ad Azione per comunicargli le nostre decisioni. È il leader regionale di un partito a cui all’epoca eravamo confederati e mi sembrava opportuno. Di recente non ci siamo sentiti».
Azione farà il Congresso in Calabria o si andrà avanti con Lombardo commissario e con i due consiglieri regionali al suo fianco?
«Chiuso il tesseramento 2023 e quando il senatore Lombardo lo riterrà opportuno, ci faremo trovare pronti. Io e De Nisi in primis. Siamo tutti consapevoli che la strada da seguire sia il lavoro condiviso tra chi c’era, chi c’è oggi e chi sposerà il progetto domani. A tal proposito voglio citare il contributo dato dal segretario uscente Fabio Scionti, dal presidente dell’assemblea Francesco Madeo, dal sindaco facente funzioni di Reggio Calabria Carmelo Versace, da tutti i segretari provinciali e dai coordinatori territoriali».
A Giuseppe Graziano piacerebbe essere nominato segretario regionale?
«Decideranno il partito e i tesserati chi dovrà ricoprire la carica, ma c’è tanta gente che opera bene. Culliamo l’ambizione di migliorare sensibilmente il dato delle ultime elezioni e di toccare il 10% anche da non federati. Posso assicurare che in Calabria c’è grande fermento intorno ad Azione: veniamo contattati di continuo da amministratori locali che stanno valutando se aderire».
Un’ultima battuta sulla politica regionale: lei è fautore dell’unione dei comuni. Come evolverà la questione Temesa dopo che il Consiglio di Stato ha bloccato il referendum?
«Aspettiamo il giudizio nel merito del Tar che per due volte ha respinto la sospensiva».
Porterete in consiglio la proposta di legge regionale sulla fusione di Cosenza, Rende e Castrolibero?
«Sono tra i firmatari e nei prossimi giorni la depositeremo. Chiaramente sono a favore della creazione di una nuova e forte area urbana di Cosenza. La maggioranza su questo punto è compatta».