Si tratta della più antica associazione che riunisce Ccomuni, province e Regioni d’Italia. Il sindaco di Reggio: «Insieme per dare più forza ai territori, valorizzando il lavoro dei sindaci»
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Il sindaco della Città Metropolitana di Reggio Calabria, Giuseppe Falcomatà, è stato eletto presidente regionale di Ali – Autonomie Locali Italiane, la più antica Associazione che riunisce Comuni, Province, Regioni d’Italia. Sul primo cittadino reggino è confluito il sostegno degli amministratori locali che hanno preso parte al primo Congresso costitutivo di Ali Calabria, celebrato in via telematica. Un’assise congressuale aperta dal presidente nazionale Ali, il sindaco di Pesaro Matteo Ricci, che ha formalmente presentato la candidatura di Falcomatà sostenendo «l’importanza di sinergia ed unità in una Calabria che, attualmente, si trova a dover fare i conti con numerosi problemi, ma anche e soprattutto con le opportunità legate al Recovery Plan».
Il sindaco Falcomatà, ringraziando il presidente Matteo Ricci e gli intervenuti al congresso, ha parlato di «momento molto importante per la nostra regione che vede, finalmente, la nascita dell’associazione fondata, tra gli altri, anche da Giacomo Matteotti». Quale prima proposta, Giuseppe Falcomatà ha portato all’attenzione dei colleghi calabresi il primo importante appuntamento ormai alle porte: le elezioni regionali. «E’ utile – ha detto il neo presidente di Ali Calabria – realizzare una piattaforma programmatica, a partire dalle priorità individuate dai sindaci, da sottoporre a chi si candiderà a guidare la Regione. Dall’unione dei sindaci progressisti, infatti, potrà nascere un manifesto che riconsegni dignità e valore alle rivendicazioni di ogni singolo territorio».
Falcomatà ha, quindi, ribadito «il ruolo fondamentale che la Calabria dovrà giocare rispetto al dibattito di natura nazionale che può e deve vedere il Sud protagonista». «Il sindaco Matteo Ricci – ha aggiunto – c’ha messo cuore, testa, passione e competenza per riattivare Ali ed evitare che fosse un doppione di Anci. Con l’Associazione dei Comuni ci lega una seria e proficua sinergia, ma Ali può e deve portare avanti battaglie che Anci, proprio per il carattere istituzionale che ormai riveste, non può certo sostenere. Ed è chiaro che Ali servirà a supportare la madre di tutte le battaglie: il recupero della centralità del ruolo dei sindaci».
«Durante la crisi pandemica – ha aggiunto Giuseppe Falcomatà – abbiamo compreso quanto le comunità riconoscano nei primi Cittadini l’unico e il più immediato punto di riferimento per le proprie esigenze quotidiane. Per questo i sindaci non possono e non vogliono essere ricordati soltanto come quelli che “spendono bene i buoni spesa”. Piuttosto, è fondamentale veder riconosciuta la centralità che ci spetta per quel che riguarda le scelte future strategiche del Paese». Il sindaco di Reggio Calabria pensa, prima di tutto, al “Recovery fund” che «non può vederci spettatori passivi».
In chiave regionale, Giuseppe Falcomatà ha sostenuto come Ali «possa diventare collante fra gli oltre 400 sindaci calabresi, nel solco della bella manifestazione di novembre che ha visto superare barriere ideologiche e partitiche con i nostri amministratori riuniti, sotto Palazzo Chigi, per rivendicare il diritto alla salute dei cittadini calabresi». «È questo lo spirito che bisogna recuperare ed incentivare», ha rimarcato continuando: «Ali può ridisegnare quel protagonismo spesso sbandierato, ma mai realmente realizzato». E dopo le condanne del sindaco di Torino, Chiara Appendino, e dell’ex sindaco di Genova, Marta Vincenzi, per fatti che indirettamente li hanno visti coinvolti, Falcomatà è tornato ad invocare «maggiore rispetto per la dignità dei primi cittadini che si trovano spesso catapultati in un ginepraio di norme dove si resta implicati senza saperne il motivo».
«Insomma – ha concluso Falcomatà – Ali Calabria è un contenitore da riempire di contenuti e soluzioni per problematiche che soltanto i sindaci conoscono e affrontano. Abbiamo il dovere di provarci; abbiamo il compito di radicarci sul territorio. Il congresso odierno è un primo, storico, passo che va in questa direzione».