“Dopo la sentenza della Corte Costituzionale sull’autonomia differenziata, quali autonomie e quale sanità per i cittadini?”, questo il titolo della giornata di studio svoltasi a palazzo Campanella, a Reggio Calabria.

Seppure con la sentenza della Corte Costituzionale 192 del 2024 vengano meno i rischi che in molti leggevano nella riforma dell’Autonomia Differenziata, in termini di inasprimento del divario tra nord e sud evidente anche negli alti tassi di emigrazione sanitaria, molto ancora resta da fare per una sanità che sia equa e parimenti efficiente su tutto lo Stivale.

Dunque la riflessione dovrà essere rinnovata con diversi punti di partenza a delineare i quali si propone di contribuire l’odierna giornata di studio promossa dall’associazione degli Ex Parlamentari della Repubblica Italiana, presieduta da Giuseppe Gargani, e dall’associazione degli ex Consiglieri Regionale della Calabria, presieduta da Stefano Arturo Priolo, con il patrocinio dell’università Mediterranea di Reggio Calabria.

L’iniziativa, svoltasi nella sala Federica Monteleone di palazzo Campanella a Reggio Calabria, è stata moderata da Dalila Nesci, già sottosegretaria di Stato per il Sud. Si è pregiata degli autorevoli interventi, tra gli altri, di Renato Balduzzi, docente dell’università Cattolica di Milano, presidente dell’Associazione Italiana dei Costituzionalisti e già Ministro della Salute, Stefano Ceccanti, docente dell’università La Sapienza di Roma, e Antonino Spadaro, docente dell’università Mediterranea di Reggio Calabria.

«Proponiamo al territorio un’occasione di approfondimento per capire come la sentenza sull’Autonomia differenziata inciderà sulla sanità. Oggettivamente la pronuncia della consulta ha smontato molti pezzi di legge. La pronuncia – ha sottolineato Dalila Nesci, già sottosegretaria di Stato per il Sud – va rispettata e recepita in maniera seria e puntuale. Prevediamo di pubblicare gli atti di questo incontro da mettere a servizio degli attuali parlamentari che siedono alla Camera e al Senato e che avranno questa enorme responsabilità di non perdere l’opportunità di riscrivere la legge sull’Autonomia, secondo i canoni della Costituzione».

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