Non erano tantissimi, ma sicuramente in numero sufficiente per dare una scossa a Palazzo Campanella e per portare all’interno della Prima commissione affari istituzionali il disagio dei primi cittadini calabresi di fronte alla riforma Calderoli dell’Autonomia differenziata. L’appello dei capigruppo di minoranza, impegnati nella discussione della proposta di provvedimento amministrativo sul referendum abrogativo ha insomma prodotto un primo risultato che si traduce in questo momento di protesta.

All’appuntamento all’ingresso dell’astronave anche un presidio della Uil e una delegazione del Movimento 5 stelle.

«Sono felice che oggi in Consiglio regionale ci sia il sindaco di Reggio, quello di Vibo, il vicesindaco di Catanzaro, sono arrivate comunque delle note da parte del sindaco di Cosenza e del sindaco di Catanzaro Fiorita – dice il pentastellato Davide Tavernise -. Ci sono anche altri sindaci che sono venuti dalla Calabria più gruppi politici e i sindacati. È importante che su questo ci sia un fronte comune non solo delle opposizioni ma anche delle forze sindacali e delle forze politiche per far assumere una posizione netta al Consiglio regionale perché non riusciamo a capire il presidente Occhiuto e la maggioranza di governo regionale su questo, come intendono muoversi».

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Per il capogruppo del misto Antonio Lo Schiavo la misura è colma e l'iniziativa di oggi serve a fare un punto di chiarezza nella politica calabrese: «Qui non si tratta più di prendere tempo, di rinviare una discussione ormai necessaria. Noi abbiamo chiesto che arrivi in Consiglio regionale il dibattito perché vogliamo capire se il Consiglio regionale della Calabria è a favore del referendum abrogativo di questa legge o se invece si continua ancora a fare melina. Non bastano dichiarazioni aleatorie, fumose, o moratorie degli accordi o altri tipi di ragionamento, ora all'attualità in questo paese c'è solo un'opzione possibile: chi è a favore di questa legge e chi è invece contrario e chiede un referendum abrogativo affinché questa sciagura per il Meridione, per le nostre regioni, possa essere davvero cancellata».

Fondamentale per lui la spinta dei sindaci: «Ovviamente i primi attori devono essere i sindaci perché saranno quelli che di più subiranno i rischi della secessione delle regioni ricche. Già stanno facendo fronte a poche risorse immaginiamo cosa possa succedere in caso di applicazione concreta dell'automobile differenziata. Spetta a loro, a tutti noi, alla società civile, al mondo dell'associazionismo, e alla Chiesa organizzare una mobilitazione che parte dal basso. Ma mi lasci dire che questa è una mobilitazione che non ha colore politico, questa è una battaglia per la tutela dei diritti dei calabresi al di là di ogni appartenenza».

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Nel corso della mattinata una delegazione composta da una ventina di sindaci è stata fatta accomodare in sala Commissioni per assistere ai lavori ai quali ha preso parte anche il presidente del Consiglio regionale Filippo Mancuso.

L’obiettivo resta uno e uno solo ed è declamato dal capogruppo dem Mimmo Bevacqua, vale a dire portare la proposta di provvedimento amministrativo al primo Consiglio utile, e quindi l’8 o il 9 agosto prossimi, «altrimenti è una presa in giro per i calabresi perché Occhiuto la deve smettere di avere un'ottima comunicazione, di dire sulla stampa nazionale che lui è preoccupato, che bisognava metabolizzare meglio il processo, però non assumere atti consequenziali alle sue dichiarazioni. Vuol dire che c'è un problema. Occhiuto risponde ai calabresi o risponde ai suoi riferimenti nazionali? Lo dicesse chiaramente qual è la sua linea, se è quella di difendere i diritti dei calabresi attraverso atti concreti che sono deliberazioni della giunta e del Consiglio regionale che abbiamo più volte richiesto e fino ad oggi non abbiamo visto».