VIDEO | L’ex governatore contesta l’inerzia della politica davanti ai rischi del Ddl Calderoli. E si prepara alla battaglia di San Giovanni in Fiore: «Succurro ha inventato la consulenza al marito: ha una stanza in Comune anche se non ha un ruolo»
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Si dice preoccupato Mario Oliverio per il Ddl Calderoli che aprirà la strada all’autonomia differenziata. Lo ha dichiarato oggi, ospite negli studi di Cosenza Channel.
L’ex presidente della giunta regionale ammette che è stato un errore del centrosinistra quello di aver aperto la strada alla riforma del titolo V della Costituzione nel 2001, ma il problema è soprattutto oggi per come quelle riforme vengono interpretate ed applicate. Se dovesse passare la riforma così com’è, per Oliverio, verrebbe certificata e cristallizzata un'Italia a due velocità anzi aumenterebbero le divaricazioni esistenti nel nostro Paese.
Per questo reputa sbagliata la presa di posizione del suo successore, Roberto Occhiuto. «Io mi trovo perfettamente d’accordo con Vincenzo De Luca - dice ai nostri microfoni -. Anzi quando ero presidente della Regione con De Luca abbiamo molto collaborato per tenere insieme le regioni meridionali. Il Sud, di per sé, è già debole, se si divide per questioni di maglietta politica allora sarà la fine definitiva».
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Oliverio non nasconde il suo rammarico per il silenzio che sta accompagnando l’iter parlamentare del Ddl. «Di fronte ad una riforma così divisiva - dice - ci vorrebbe ben altra reazione da parte dei presidenti delle Regioni, dei partiti, dei sindaci, di tutto il sistema delle autonomie locali. Io sono molto d’accordo con la posizione della Chiesa, da ultimo penso all’appello di Monsignor Savino, vescovo di Cassano all’Ionio, che vanno non solo ascoltate ma soprattutto sostenute. Dico tutto questo non nell’interesse del Meridione, ma di tutto il Paese che potrà avere margini di crescita solo se si risolve la questione meridionale. Non bisogna dimenticare che il nostro Sud assume ogni giorno sempre maggiore valenza da un punto di vista geopolitico, per la sua posizione nel Mediterraneo. L’interesse nazionale dovrebbe essere quindi quello di rafforzare questi territori, altroché».
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Invece la reazione della politica locale è stata debole o tardiva, a partire dall’Anci regionale che ancora non si è espresso ufficialmente. L’occasione viene così colta al volo da Oliverio per tornare sulla polemica che lo ha visto protagonista assieme alla presidente regionale dell’Anci, Rosaria Succurro, sindaco di San Giovanni in Fiore, città natale di Oliverio. Quest’ultima aveva sfidato Oliverio a confrontarsi alle prossime amministrative del centro silano aggiungendo che Oliverio fa politica da quando lei era in prima elementare.
Per l’ex presidente una battuta infelice che cela la voglia di rilanciarsi mediaticamente. Dopo aver ribadito di non avere nessuna intenzione di candidarsi sindaco, dice che comunque avrà un ruolo nel movimento civico che sta nascendo «per la condizione di imbarazzo in cui si trova San Giovanni in Fiore che ha inventato una novità: la consulenza data al marito che ha stabilmente una stanza al Comune pur non avendo ruoli. È l’ora di liberare San Giovanni in Fiore dalle influenze di Cosenza e non della sua parte migliore, ma quella che da anni è criticata e discussa». Manca poco più di un anno alle elezioni a San Giovanni in Fiore ma il clima politico è già incandescente.