Non si fa così lotta politica. Il senatore Mario Occhiuto ieri si è sfogato così sul suo profilo social, lamentando l’affissione di alcuni manifesti che ieri sono comparsi a Cosenza e che stanno circolando in queste ore sui social. È accaduto che il collettivo politico “La Base” ha organizzato per il prossimo 2 marzo un sit in in piazza contro l’autonomia differenziata. Prove generali del corteo che si svolgerà a Cosenza il 23 marzo contro il Ddl Calderoli. Lo stesso gruppo politico ha divulgato dei manifesti con la foto di Mario e Roberto Occhiuto con uno slogan “non fare come Mario (e Roberto) l’autonomia differenziata fa male alla Calabria”.

“Contro chi ci dovrebbe rappresentare e non fa gli interessi del nostro territorio, contro una legge che rappresenterà un punto di non ritorno per la Calabria e che ci condannerà a servizi ancora più carenti, lasciando campo libero ai privati in ogni settore strategico: sanità, istruzione, trasporti, eccetera. Stanno svendendo la nostra terra” è il commento che si legge sotto il manifesto.

Mario Occhiuto non l’ha presa bene e vede in quei manifesti non situazionismo, quanto piuttosto un ritorno agli anni bui della nostra Repubblica. «Pubblicare i manifesti di noi parlamentari che abbiamo votato l'autonomia differenziata non è un atto politico ma è un atto di violenza che ricorda i movimenti terroristici rossi degli anni settanta», ha scritto sui social.

«Il dibattito politico è una cosa e si muove su ambiti di legittimità - argomenta il senatore - i manifesti con i volti e le indicazioni al pubblico ludibrio sono un incitamento alla violenza per cui solleciterò le autorità competenti». E proprio come accadeva negli anni ‘70, l’architetto chiede pubblicamente alla sinistra istituzionale di dissociarsi da questi manifesti che per il senatore offendono ogni principio di civiltà.

Occhiuto, però, ne approfitta anche per ribadire la sua visione sull’autonomia differenziata. «Nel merito del provvedimento sull’Autonomia differenziata c’è da dire poi che chi diffonde questi manifesti, così come tanti altri che discettano sul tema , non ha neanche letto il testo del ddl licenziato al Senato perché altrimenti dovrebbe battersi per far applicare al più presto possibile la legge, all’interno della quale è previsto l’obbligo di definire, quantificare e finanziare in tutte le regioni i livelli essenziali dei servizi prima di procedere ad una qualsiasi intesa tra Regione e Stato. Ciò vuol dire praticamente che prima di fare una intesa con una regione che chiede l’autonomia su una qualsiasi materia lo Stato deve finanziare i servizi essenziali per quella materia in tutte le altre regioni, anche quelle che non chiedono autonomia; nella sostanza o arrivano più soldi per garantire i servizi essenziali a tutti oppure non si può fare nessuna intesa di autonomia».