VIDEO | Meloni frena il dibattito, consapevole ormai del boomerang politico costituito dal provvedimento, ma Schlein attacca sull'istruzione: «Un bimbo di Reggio Calabria ha cinque anni di aspettativa di vita in meno di un coetaneo di Bologna»
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L’autonomia differenziata agita sempre di più i sonni della premier Giorgia Meloni che ormai ha piena contezza del boomerang politico che costituisce la riforma. Allora la parola d’ordine è quella di mettere il silenziatore al provvedimento.
Per due motivi. Il primo è togliere un argomento alle opposizioni che su questa vicenda hanno trovato cemento insperato; l’altra è che le altre due grandi riforme che il centrodestra aveva in testa, ovvero il premierato e la giustizia, sono ancora ferme al palo. Allora il rischio è che questo Governo possa passare nell’opinione pubblica come l’esecutivo che ha spaccato il Paese.
Ma l’opposizione non ha nessuna intenzione di mollare l’osso. La segretaria dem, Elly Schlein, intervistata da Repubblica sulla situazione della scuola in Italia è tornata sull’argomento sostenendo che «per noi l’istruzione pubblica è la prima grande leva di emancipazione sociale, le disuguaglianze si contrastano dai primi anni di vita. Un bimbo di Reggio Calabria ha cinque anni di aspettativa di vita in meno di un coetaneo di Bologna. L’Italia è già troppo divisa, altro cha autonomia differenziata».
La notizia potrebbe avere riflessi sulla Calabria. La frenata sull’autonomia differenziata certamente non dispiace al presidente della giunta regionale Roberto Occhiuto, anzi lo toglie dal pressing delle opposizioni che da tempo gli chiedono di andare oltre le parole.
In più la Meloni ha ben altri grattacapi da risolvere, a partire dalla composizione del Governo su cui l’effetto Boccia è ancora lungi dall’essere finito. Gli ultimi rumors parlano di un gelo con l’ormai ex cognato e ministro dell’Agricoltura, Francesco Lollobrigida.
Difficile però che si arrivi ad un rimpasto che aprirebbe una fase di trattative logoranti in un centrodestra attualmente molto diviso. Fra l’altro questa ipotesi interesserebbe poco la Calabria visto che i ministri da sostituire sono tutti di Fratelli d’Italia. Il che esclude i forzisti.
Ammesso che Occhiuto avesse qualche ambizione di Governo l’ipotesi non è praticabile. Al nostro governatore quindi come prospettiva politica non resta che una candidatura bis. In quale coalizione è tutto da vedere.