Nel 2024 oltre 300 i milioni sborsati per far curare i calabresi nelle altre regioni. Il gruppo dem in Consiglio regionale punta il dito contro la Cittadella e chiede la fine del commissariamento
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«Secondo i dati analizzati dalla Conferenza Stato-Regioni che hanno portato al riparto del fondo sanitario 2024, la Calabria ha speso ben 336 milioni di euro per garantire ai suoi cittadini cure fuori regione. Un dato addirittura in aumento rispetto al 2023, e che è destinato a crescere ulteriormente a causa dello stop alla moratoria Covid che aveva temporaneamente sospeso i meccanismi di compensazione tra le regioni». Così in una nota il gruppo del Pd in Consiglio regionale che denuncia: «L’emergenza sanitaria continua ad affliggere la nostra regione, evidenziando come la propaganda del presidente Occhiuto si scontri con dati concreti che raccontano una realtà drammatica».
«Questi numeri parlano chiaro – affermano i consiglieri dem -: la mobilità sanitaria passiva, che costringe migliaia di calabresi a spostarsi per ricevere cure adeguate, è la prova del totale fallimento dell’azione del Commissario ad acta per il piano di rientro. A nulla sono serviti i proclami su una presunta rivoluzione della sanità regionale. Gli ospedali calabresi continuano a vivere una crisi strutturale, tra carenza di personale, reparti chiusi, liste d’attesa insostenibili e una totale incapacità di attrarre professionalità. La tanto pubblicizzata "normalizzazione" della sanità calabrese si rivela dunque un’operazione di facciata, mentre i cittadini subiscono ogni giorno il peso di un sistema al collasso. La spesa per la mobilità sanitaria passiva non è solo un dato economico: rappresenta una condanna per le famiglie, che devono affrontare sacrifici enormi, sia economici che emotivi, per accedere a cure che dovrebbero essere garantite sul territorio».
Secondo il gruppo Pd, «il fallimento di Occhiuto come commissario ad acta è ormai sotto gli occhi di tutti. Chiediamo con forza che il Governo nazionale e regionale mettano fine a questa gestione fallimentare, e che si avvii un piano di intervento straordinario per affrontare le criticità strutturali della sanità calabrese».