I sindaci calabresi contro il sistema di allerta meteo: «Così non funziona»

VIDEO | Anci e Upi regionale hanno chiamato a raccolta i primi cittadini all'indomani della tragedia del Raganello evidenziando le falle del protocollo di sicurezza

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di Tiziana Bagnato
27 agosto 2018
14:10

Responsabilità sì ma se gli strumenti dati sono idonei e se alcune falle vengono colmate. L’Anci e l’Upi Calabria hanno dato appuntamento ai sindaci a Lamezia Terme per un confronto franco ed aperto all’indomani della tragedia delle gole del Raganello.

 


Se da un lato le indagini sono in corso, le responsabilità da accertare e i leoni da tastiera sempre affamati, dall’altro per il presidente Gianluca Callipo questa tragica estate ha messo in evidenza la fragilità e pericolosità di un sistema di allerta meteo migliorabile.

 

Come le procedure per le allerta gialla e arancione che sarebbero le stesse seppur corrispondenti a diversi livelli di emergenza. Ma non solo.

 

Quella che volge al termine sarebbe stata un’estate contraddistinta da allerte gialle quasi quotidiane che solo raramente si sarebbero concretizzate in fenomeni di portata tale da indurre effettivamente ad attivare tutte le procedure del protocollo.

 

«Se questo invece fosse sempre avvenuto - ha incalzato Callipo - alla fine nessuno avrebbe più creduto alla pericolosità delle allerte e all’attendibilità del sistema».

 

Un sistema quindi da rivedere magari avviando un confronto di ampio respiro. E in tanti, tra i sindaci dei comuni calabresi, hanno aderito all’invito di Anci e Upi, a dimostrazione di quanto sia avertita la problematica. All'incontro era presente anche il sindaco di Civita, Alessandro Tocci, e gli altri primi cittadini dei Comuni attraversati dalle Gole del Raganello, che hanno raccolto la solidarietà dei colleghi amministratori.

 

Giornalista
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