Si fa sempre più in salita la strada dei sindaci calabresi per individuare il successore di Marcello Manna alla guida dell’Anci La confusa riunione di venerdì scorso si è conclusa con un clamoroso rinvio al 31 di marzo. La ragione sta esattamente a metà strada fra motivi burocratici e motivi politici. I primi riguardano l’altissima percentuale di comuni che non erano in regola con il pagamento delle quote associative all’Anci, circostanza questa essenziale per esercitare il diritto al voto. L’aspetto politico è che i candidati dei due schieramenti (Maria Limardo per il centrodestra e Franz Caruso per il centrosinistra) non avevano la tranquillità dei numeri per cui non sono usciti ufficialmente allo scoperto. Così prima si è tentato di trovare un nome bipartisan, di superamento, poi si è deciso per il rinvio.

Un brutto segnale che dimostra come manchi fra i sindaci calabresi qualcuno che abbia una leadership riconosciuta. Un problema molto serio per la Calabria perché i comuni dovrebbero essere la fucina della futura classe dirigente politica. I sindaci calabresi invece sembrano in crisi di identità. Messi fuori gioco Manna e Falcomatà per i loro problemi di natura giudiziaria, è mancata un'alternativa reale. Così non deve stupire se dalla Cittadella, come nel caso della nascita di Arrical, i sindaci vengono messi a parte dei processi decisionali e debbono soltanto ratificare decisioni prese altrove anche in materie di loro competenza come acqua e rifiuti.  Così come nella fase della programmazione il ruolo dei primi cittadini calabresi è rimasto marginale.

A tutto questo si aggiungono le polemiche sollevate in queste ore dal sindaco di Marcellinara Vittorio Scerbo, componente del comitato direttivo di Anci Calabria, e candidato alla presidenza contro Marcello Manna nell’ultima assemblea congressuale tenuta a luglio 2021. Questi è arrivato a chiedere al presidente nazionale Antonio Decaro il commissariamento di Anci Calabria. «Siamo in una condizione di mancato rispetto delle norme statutarie – sostiene Vittorio Scerbo – leggendo lo statuto è chiaro come il presidente, in caso di assenza o impedimento temporaneo, possa essere sostituto, a tutti gli effetti, solo da un vicepresidente vicario, figura che in Anci Calabria non esiste in quanto il presidente Manna, prima della sua sospensione, non aveva operato tale nomina». 

«Ora anche l’inusuale delega al collega Papasso, che il consiglio regionale dell’associazione ha concesso per la convocazione dell’assemblea congressuale, ha esaurito gli effetti, anche perché, e questo l’ho evidenziato più volte ai componenti dello stesso consiglio, il collega Papasso, come lui ben sa, non è né presidente facente funzioni né tanto meno decano del consiglio, quindi non ha alcuna legittimità a parlare a nome e per conto dell’associazione. Per questo mi riservo di impugnare al Tar la prossima illegittima convocazione dell’assemblea congressuale». Insomma ancora una volta siamo alle carte bollate, ma il problema resta tutto politico».